CRONACA - 19 maggio 2020, 10:30

Durante il chiuso tutto vendite boom di coloranti per capelli, crollano vendite profilattici

PRUDENZA IL CORONAVIRUS E' IN AGGUATO - Tra il 24 febbraio e il 15 marzo infatti le vendite totali del sistema Coop Italia hanno registrato un +14,6%

Otto settimane di quarantena (a  partire dalla fine di febbraio) hanno provocato contraccolpi inevitabili sulle abitudini di  spesa degli italiani generando una prima e una seconda fase dove alcuni comportamenti  ritornano e altri cambiano.

La prima reazione è stata quella degli assediati da bunker. Gli  italiani, venuti a sapere che il Covid19 era presente nel Paese, sono corsi al supermercato  per fare delle vere e proprie scorte da assedio.

Tra il 24 febbraio e il 15 marzo infatti le vendite totali del sistema Coop Italia hanno  registrato un +14,6%. Col passare del tempo però, quando è divenuto chiaro che la  quarantena si sarebbe prolungata e che soprattutto gli approvvigionamenti sarebbero  rimasti costanti, la spesa si è fatta moderata e la crescita delle vendite si è attestata nel  totale delle 8 settimane (24 febbraio – 19 aprile) al +5,6%.

A sostenere le vendite il food confezionato (da solo fa un +10,3% per tutto il lockdown)  mentre i freschi e i freschissimi, partiti a doppia cifra, perdono nel passaggio dalla prima  alla seconda fase parte della loro forza d’urto e si assestano a fine periodo con un +6,9%.   Ma è soprattutto a guardare bene dentro i carrelli e nelle case degli italiani che ci si  accorge dei cambiamenti in atto tra conferme e novità. 

Non è più una novità tutto ciò che è parte integrante del kit contro il virus. Amuchina e  simili hanno totalizzato nei due mesi di vendite crescite in media del +377%, le salviettine  disinfettate +616% e i termometri e i disinfettanti per superfici intorno al +200%. Se non  bastasse il numero assoluto per rendersi conto dell’incredibile ascesa di questi prodotti  basti dire che solo per i termometri si tratta di un aumento nelle vendite di 12 volte  superiore alla media.

La mania di pulizia, la ricerca dell’igiene è passata anche per rimedi non ortodossi, come  l’alcol etilico alimentare che nonostante il suo prezzo elevato ha registrato nelle 8  settimane crescite del +97%, quasi non si badi a spese pur di sanificare la casa e se stessi.


Ma il vero boom lo registrano le mascherine. Già nelle prime tre settimane  raggiungevano crescite del + 337% (e nonostante la penuria negli scaffali), con i nuovi  approvvigionamenti poi, e l’avvicinarsi della fase 2, dal 16 marzo al 19 aprile hanno  raggiunto picchi di crescita nelle vendite di +1616% (attestando la media dei due mesi  intorno al +1160%).

Scorte di conserve di verdure, pasta, riso e olio hanno fatto schizzare le vendite di questi  generi nelle prime 3 settimane (24 febbraio-15 marzo) rispettivamente a +65%, +53%,  +48% e +35%. Un’attitudine alle scorte e alla lunga conservazione che ha riportato nei  carrelli beni di solito poco usati e di lontana memoria come le conserve di carne +62% (come quella in scatola) e le minestre liofilizzate +37%. Placata l’ansia, è iniziata la  discesa a precipizio di pasta, riso, latte uht, biscotti e la cucina è divenuta uno dei molti  modi per passare il tempo: gli italiani sono diventati tutti più o meno pizzaioli, pasticceri  e panettieri.

Nel totale delle otto settimane la vendita di lievito di birra è cresciuta in  media del 149% e quella della mozzarella per pizza del 109%.  Uova, burro, farina nel passaggio dalla prima alla seconda fase del lockdown sono  ancora in testa al gradimento degli italiani; ad oggi le uova e il burro registrano nel  totale dei due mesi crescite del +44% e +46% ma le prime sono addirittura aumentate da  marzo a aprile (dal +36,6% al +47,4%), stessa sorte è toccata al burro (dal +39,5% al  +49,2%).  La farina è passata dal +114% delle prime tre settimane al +174% delle successive 5 per  attestarsi a una crescita media nell’intero periodo del +152%.

All’inverso, dal 16 marzo al 19 aprile, le vendite del pane sono calate del -30%, forse  anche perché quasi un italiano su due ha paura di comprare cibo che poi non può  cuocere.

E nelle ultime settimane con un vero e proprio salto in avanti rispetto alla prima fase  crescono a due cifre le vendite di aperitivi (+17%) e birra (15,5%), e tornano a crescere  anche le creme spalmabili con +37,4%. Calano invece sin dall’inizio della quarantena le  bevande e tutti gli integratori per sportivi (-48% e -45% nelle otto settimane).  Il distanziamento sociale ha provocato inoltre un paio di reazioni degne di nota.

Ne  hanno molto beneficiato le colorazioni per capelli, passate dal +25% delle prime tre  settimane al +164% del periodo tra il dal 16 marzo e il 19 aprile.  Hanno invece pagato un prezzo salato le vendite di preservativi che nell’ultima fase del  lockdown scendono di un -37% (era un -3,5% nelle prime settimane). 

bruno albertinelli