Ma chi è Lilith esattamente? È una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e nella prima religione ebraica. Nella religione mesopotamica, Lilith è il demone femminile associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazie e malattie. Per gli antichi ebrei, invece, era la prima moglie di Adamo (antecedente ad Eva): fu ripudiata e cacciata dal Giardino dell'Eden, poiché si rifiutò di obbedire al marito che pretendeva di sottometterla.Alla fine dell'Ottocento, in concomitanza con la crescente emancipazione femminile in occidente, Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile.
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Ebbene sì.
Potrebbe apparirci assurdo, dopo almeno un secolo di svalutazione delle facoltà mentali maschili a favore di quelle sessuali, di frasi come “gli uomini ragionano con il pene” e “non si sanno controllare”; ma la verità è che hanno anche loro un cervello funzionante quanto il nostro (o, perlomeno, ciò è valido per la maggior parte della popolazione, sia maschile che femminile).
L’ironia della questione sta non tanto nel ritenere simili concetti come assodati, bensì nel valutarli punti di forza, oppure piccole debolezze da accettare con un sorriso, o ancora una scusante automatica per gli errori. Insomma, in primis gli uomini difendono la loro presunta carenza neuronale, a vantaggio di più libertà e meno giudizio. Sono felici di essere sminuiti e regrediti al livello di una scimmia e non vorrebbero di certo fare a cambio con la controparte femminile, ritenuta più acuta ma al contempo responsabile delle proprie azioni.
L’uomo che tradisce la moglie non è stato guidato da un istinto che perdura per giorni. Un esempio? Vedendo una bella fanciulla, non si è calato i pantaloni e ha illogicamente sbattuto i fianchi contro il muro, in preda a un’epilessia sessuale, giusto?! L’ha commentata con gli amici, ha bevuto delle birre, ha studiato come conoscerla. Ha lavorato, ha giocato con i bambini, è andato in palestra nei giorni in cui le scriveva. E se il suo organo sessuale fosse anche in grado di gestire simili attività, sarebbe da considerarsi una mente funzionale di tutto rispetto. I momenti di passione, la perdita di concezione del rischio e/o delle conseguenze, possono capitare ad entrambi i sessi. Se la donna se ne assume la responsabilità, non vi è motivo alcuno per il quale all’uomo debba essere invece concessa l’infermità mentale al processo delle relazioni.
Hanno una mente e delle capacità straordinarie e banalizzare i più per la poca voglia di assumersi la responsabilità, o per l’aggressività e la limitatezza di pochi, ha ben poco senso ed è palesemente ingiusto.
Smettiamo di fare questa considerazione alla stregua di una battuta, di continuare ad abituarci verbalmente ad una situazione illusoria e che era comoda per una società che non è più la nostra.