I lavori, guidati dai rispettivi Presidenti Jean Dondeynaz e Eliana D’Andrea, definiti “un primo passo verso una collaborazione efficace delle nostre Regioni” hanno visto i partecipanti confrontarsi sui numerosi problemi che accomunano Valle d’Aosta, Piemonte, Auvergne-Rhône-Alpes, Liguria e Provence-Alpes-Côte d’Azur, ad iniziare dagli attraversamenti alpini dei migranti, dalle infrastrutture di trasporto di persone e merci, dal lavoro frontaliero e distaccato.
Sulle infrastrutture, i recenti eventi (Ponte Morandi, Torino-Savona, Torino-Aosta) hanno reso evidente l’urgente necessità di manutenzione e di investimenti per una “regione d’Europa” che si candida ad essere un crocevia del commercio internazionale con i propri trafori, porti, retroporti, sistema stradale e ferroviario.
Se si registrano progressi sulla partenza dei lavori della TAV Torino-Lyon (2021-22, fine dei lavori prevista per il 2030), è stato posto l’accento sulla necessità di interventi in tempi rapidi sulla Torino-Ivrea-Aosta, sui tratti a binario unico della Torino-Savona, l’importanza del completamento del raddoppio della tratta Andora-Finale e di maggiori frequenze sulla Savona-Ventimiglia-Nizza su cui pesa, oltre al turismo, un forte pendolarismo.
Sul lavoro frontaliero e distaccato, che in particolare tra Italia, Francia e Principato di Monaco presenta numeri elevatissimi di lavoratori coinvolti in tutte le direzioni, oltre a proporre di fare degli CSIR un “catalizzatore del dialogo sociale” tra parti datoriali, sindacali e istituzioni per affrontare il tema dell’armonizzazione di norme sui trattamenti fiscali e previdenziali che presentano lacune e differenze di interpretazioni, è stato deciso di attivarsi presso gli organi ispettivi dei Paesi coinvolti per sollecitare controlli che sono al momento clamorosamente carenti, e che permettono di fatto la frequente non-applicazione della normativa europea e nazionale, con gravi casi di sfruttamento dei lavoratori e conseguenti fenomeni di dumping sociale.