Aosta Capitale - 06 gennaio 2020, 15:35

Aosta: Anche il mercato coperto del capoluogo potrebbe essere rivoluzionato

Quando, sperano già in estate, la storica struttura del centro riaprirà, sarà come "entrare nel futuro mantenendo salde le nostre radici", dice Michele Carulli, che da 50 anni ha una macelleria nel mercato comunale coperto.

A garantirla, la tradizione, in quel luogo che risorgerà riqualificato come "primo mercato plastic free", ci saranno sempre loro, i commercianti. Ma accanto ai banchi dove fare la spesa "fino a tarda sera", ci saranno tavolini e sedie dove mangiare quello che viene preparato sul posto, dal vegano al negozio di carni di zebra, canguro e struzzo, spazi per attività culturali e di aggregazione. Un po' Boqueria di Barcellona, un po' "luogo ibrido aperto anche al sociale".

Se qualcuno ha pensato al mercato coperto di Aosta ha sbagliato di solo 170 chilometri. Infatti tutto quanto descritto sarà realizzato a Milano.

L’amministrazione comunale, infatti, ha deciso di rivoluzionare i mercati coperti sul modello La Boqueria di Barcellona, wi-fi e spazi plastic free.

La rivoluzione dei mercati coperti di Milano: modello Barcellona, wi-fi e spazi plastic free e tanto altro. La medesima cosa si potrebbe fare ad Aosta dove la fatiscente struttura di Piazza Cavalieri Di Vittorio Veneto potrebbe essere recuperata e ristrutturata e affidata in gestione ad un consorzio tra commercianti e capeggiato da Confcommercio che potrebbe mettere a disposizione competenze e professionalità.

Milano non è l’unica Amministrazione impegnata a rilanciare i mercati coperti.

 Costruito nel 1922 nel cuore di Ravenna, luogo storicamente deputato agli scambi commerciali, era il più antico mercato alimentare della città: a partire dagli anni Ottanta si era però via via impoverito perdendo la vocazione ad essere un punto di riferimento economico e sociale. Ora il Mercato Coperto, nel pieno centro del capoluogo romagnolo, torna a vivere, completamente restaurato e rinnovato.

E il mercato di Aosta? Di tanto in tanto se ne parla ma rimane un monumento all’infinita fatiscenza.

pi.mi.