La Cisl è preoccupa per il futuro di Cva ma soprattutto per i lavoratori che fino ad oggi sosto stati tenuti al margine di tutti i dibattiti. “Abbiamo atteso si svolgessero tutti gli approfondimenti necessari – commenta oggi Katia Ruggeri, segretaria di categoria - astenendoci dal comunicare la nostra opinione, con l’auspicio che, così facendo, avremmo agevolato il dibattito e, soprattutto, le decisioni necessarie per il bene dell’azienda”.
“Purtroppo, a distanza di tempo – rimarca la sindacalista Ruggeri - constatiamo che nulla è ancora stato deciso e che CVA permane in una fase di stallo di cui non si vede fine”. Secondo la Cisl la fase di stallo “impedisce alla società di crescere, sia per i vincoli normativi ai quali la stessa deve soggiacere, sia per l’incertezza normativa collegata al rinnovo delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche”.
Tutto questo, è sempre la Cisl a rimarcarlo, “determina un indebolimento della posizione di mercato dell’azienda rispetto agli altri operatori concorrenti”. Dopo aver ascoltato le opinioni di tutti i portatori di interesse Cisl VdA ritiene “che sia ora giunto il momento di coinvolgere il sindacato ed i dipendenti che, al pari di tutti gli altri soggetti possono fornire significativi spunti di riflessione”.
Infine una sottolineatura: “Per FLAEI CISL in caso di eventuale privatizzazione, è il mantenimento del controllo Pubblico delle società dei servizi (vedi Multiutility, Terna, Enel ecc..) e conseguentemente il mantenimento e la tutela dell’occupazione diretta ed indiretta di CVA”.