Se la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni, la nostra realtà socio-economica è lastricata di trappole.
1) prendiamo il caso dell'IVA, questa specie di nodo scorsoio che ci strangola da anni a causa delle ormai famose clausole di salvaguardia. Insomma, per non volerci allineare alle percentuali di questa tassa sui consumi già in vigore per il resto dell'Europa, ogni anno siamo costretti a sacrificare fior di miliardi di euro (per il 2020, 23 miliardi) delle nostre risorse finanziarie.
Ma siamo sicuri che non ci siano altre vie d'uscita?
Non si possono distribuire diversamente i beni che rientrano nelle diverse classi di tassazione IVA (4%, 10%, 22%) o aumentare un po' le percentuali maggiori in modo da recuperare una parte di quelle risorse che potrebbero essere utilizzate per lo sviluppo e la crescita del Paese (insomma perché il tartufo, ad esempio, deve godere di una tassazione IVA al 4% e non meritarsi invece un'IVA al 22 o 25% come altri beni di lusso?).
2) IL CUNEO FISCALE
3) IL WELFARE AZIENDALE
Le stesse considerazioni fatte per la riduzione del cuneo fiscale valgono anche per il welfare aziendale. In sé è un'ottima cosa. Con questo sistema una parte degli aumenti contrattuali non va in busta paga ma, detassata, viene destinata ad altri benefici: assistenza sanitaria integrativa, asili nido, libri scolastici ecc.
Ma, se questa parte di retribuzione