La speranza della Giunta Fosson è che il casino torni a far tanti utili, fra cinque anni, per rientrare degli oltre oltre 48 milioni che lascia in pancia al casino. Si tratta dei medesimi milioni che la Regione aveva concesso come prestito ma che ora la casa da gioco non è in grado di restituire.
(nella foto l'assessore alle Finanze, Renzo Testolin - Uv)
In particolare, il disegno di legge reca le determinazioni della Regione in merito ai crediti postergati, derivanti dai contratti di mutuo stipulati negli anni in favore di Casino de la Vallée per il tramite di Finaosta e destinati al finanziamento del piano di investimenti per la ristrutturazione della Casa da gioco e del Grand Hôtel Billia.
"La scelta effettuata - spiega la nota - consiste nella conversione di detto credito, ammontante a 48 milioni 88mila euro, in un apporto patrimoniale per l’emissione di uno strumento finanziario partecipativo".
Un'operazione di ingegneria finanziaria che il codice civile ammette ed è spesso utilizzata nell’ambito delle operazioni di ristrutturazione delle imprese in situazioni di crisi temporanea, e che, in questo caso, consente di tutelare al meglio il patrimonio della Regione, trasformando i crediti in apporti di capitale che, oltre a patrimonializzare la società, permette al socio di mantenere, nel tempo, l’utilità dell’investimento effettuato, partecipando agli utili, una volta che la società abbia superato la fase di crisi.
Infatti gli strumenti finanziari partecipativi altro non sono che nuove forme di partecipazione al finanziamento della società; non sono né azioni e né obbligazioni; si tratta di una posizione intermedia rispetto alla partecipazione al capitale di rischio (azioni) ed alla partecipazione al capitale di credito (obbligazioni).
"Una scelta, quella oggi approvata dal Governo regionale - dichiara il Presidente della Regione Antonio Fosson - che costituisce un dato oggettivo e certo per sostenere l’azienda in questa difficile e delicata fase, che speriamo tutti possa concludersi favorevolmente e in tempi brevi, consentendo in modo trasparente di proseguire nelle dovute sedi il dialogo sul futuro aziendale in maniera franca, trasparente e, quanto più possibile, partecipata".
Così facendo viene convertito credito di Finaosta (i 48 milioni di euro) in una posta di patrimonio netto chiesta dal Commissario giudiziale dott. Pagliero. Senza il passaggio scelto dalla Giunta il concordato rischia di non essere omologato.