Il primo invito che vuole rivolgere a tutti, è quello di abbassare i toni della discussione sul Gruppo CVA, evitando che la stessa venga strumentalizzata e diventi terreno di scontro rispetto ad altri scopi.
Il manager sottolinea: “Per quanto riguarda alcune consulenze che sono state affidate a soggetti terzi al fine di fare valutazioni su CVA mi sarei aspettato di essere contattato, unitamente a tutto il management, così da poter spiegare al meglio il funzionamento di questa azienda molto complessa. Non si può pensare infatti di fare valutazioni serie e veritiere sfogliando solo gli ultimi bilanci, senza entrare nel merito dei meccanismi che governano il mercato nel quale ci muoviamo”.
De Girolamo chiarisce ancora come il calo del fatturato degli ultimi anni sia poco indicativo, in quanto avvenuto in gran parte per effetto dell’adozione di una differente contabilizzazione di alcune poste, “e ciò è scritto a chiarissime lettere nella documentazione del Bilancio” precisa. Evidenzia ancora, con riferimento al calo del margine operativo lordo, come esso sia
L’aspetto che l’AD della Compagnia Valdostana delle Acque rimarca fortemente è che le dichiarazioni dispregiative sulla Società non sono accettabili, poiché sono illazioni che gettano discredito sulle centinaia di dipendenti del Gruppo che ogni giorno con massimo impegno ed elevata professionalità svolgono il loro lavoro, creando ricchezza per la Regione anche attraverso un cospicuo utile per l’azionista a fine anno.
“E’ soprattutto grazie a loro che la Società è riuscita a contenere il calo del Margine Operativo Lordo di alcune stagioni, molto meglio di quanto fatto da altri operatori dello stesso settore” continua De Girolamo, che trova allarmistico e davvero fuori luogo citare tragedie come il Vajont e il Ponte Morandi in relazione a CVA, mettendo in discussione le competenze del personale che monitora 24 ore su 24 gli asset aziendali mantenendoli nella massima efficienza e sicurezza.
“Siamo aperti e disponibili a qualsiasi approfondimento ci sia richiesto, purché scevro da pregiudizi e malafede. Si tratta di vecchie modalità finalizzate a manipolare in maniera demagogica l’opinione pubblica rinunciando ad onorare la verità a danno del benessere comune“ conclude.