CULTURA - 05 novembre 2018, 09:30

In Bolivia, dove nasce il singani…

E’ una delle nazioni più intatte e affascinanti delle Americhe. Un Paese importante per la storia del mondo dove templi, portali e architetture preincaiche concorrono nel richiamare alla mente il mito e i miti di città scomparse e di remote e misteriose civiltà.

Il Paese in questione è la Bolivia; la sua capitale è La Paz. Ci si arriva dall’Europa in aereo dopo aver sorvolato nelle ultime ore di volo la giungla e poi la Cordillera Quimsa Cruz, che vuol dire vette di granito, picchi di oltre 5mila metri, ghiacciai e laghi in grado di anticipare alla grande il Titicaca: lo specchio acqueo salato (8.300 kmq) immerso nell’aridità dell’Altopiano, a 70 chilometri a ovest di La Paz, « là dove Uomini-Sole e Uomini-Condor combattevano nella provincia di Tiwanaku molti secoli prima della leggendaria comparsa degli Inca».

Vestigia titaniche, collinette artificiali (lomas) e chullpas-monumenti di ciclopica grandezza, paiono segnare da ovest a est le aree un tempo abitate da genti provenienti da terre sconosciute, in un rincorrersi di racconti fantastici e strane storie di giganti; e poi di animali sacri e riti di danzatori proclamanti la loro origine favolosa il cui eco si può ancora avvertire sulla verticale di città sommerse, valli sinuose e fitte selve che si estendono da Oriente come un immenso manto verde sino al Río Llica, ovvero: cactus e rovine della cittadella (forse) mollu di Iskanwaya. Le piattaforme di pietra, i monoliti, le molte piramidi tronche e quelle statue raffiguranti uomini di stirpi diverse...

Lasciato il sito con rete di canali, forse del 1145, e salendo dalla foresta nebulare via Coroico (piantagioni di caffè), si può arrivare a La Paz nella suggestione di aver attraversato luoghi conosciuti dagli antichi abitanti appartenuti a una civiltà esistita in un periodo anteriore alle prime testimonianze e documentazioni scritte; tale espressione di vita sociale, materiale e spirituale di quel popolo sconosciuto, porta il nome ‘generico’ di Tiwanaku - città già in rovina quando arrivarono gli spagnoli del XVI secolo, con tanto di templi a terrazza simili a quelli costruiti tra il Tigri e l’Eufrate - . Ma… i testi e le leggende Inca sostenevano che la vera Chucara, altro nome di Tiwanaku, in realtà si estendeva sotto terra; dunque, ecco il riaffacciarsi di un’ipotetica straordinaria civiltà risalente a tempi lontanissimi «quando esseri umani molto evoluti, trovarono di loro gradimento il lago più alto della Terra».

Da quota 3.808 metri all’Amazzonia boliviana occidentale e più precisamente nei Llanos de Moxos per vedere una sorta di versione locale delle famose linee di Nazca, oltre ad affascinanti resti di una società progredita e scomparsa, forse in contatto con gli abitanti dell’antica Samaipata, altra destinazione per gli appassionati di civiltà preincaiche sulla via di Santa Cruz e dei terreni viticoli di Tarija e Chuquisaca - aree di clima mediterraneo - conosciute per i vini premiati e per l’eccellente singani, «un’acquavite che non brucia il palato» ottenuta dalla sola uva Moscato di Alessandria, con sentori di frutta e note floreali. Un ottimo ingrediente versatile in numerosi cocktail e bevande di classe. Oppure un souvenir.

Notizie in valigia

Documento. Passaporto individuale con scadenza non inferiore ai sei mesi dalla data di rientro dal Paese.

Come arrivare. In aereo, con KLM da molti aeroporti italiani a La Paz, via Amsterdam. Boliviana de Aviación ( tel. 02.36769830, 06.487711), vola da Madrid a Santa Cruz. Dove mangiare e dormire. A La Paz: Hotel Camino Real. A Isla del Sol (lago Titicaca): La Estancia Ecolodge. A Samaipata : El Pueblito. A Uyuni : Jardines de Uyuni. A Tarija : Hotel Los Ceibos. A Santa Cruz: Hotel Camino Real Santa Cruz. A Trinidad : Jacaranda Suites. A Guayaramerín: Santa Ana Hotel. A San Ignacio de Moxos : Plaza Hotel.

A tavola. Piatti a base di carne, selvaggina, riso e tuberi amidacei , minestre con arachidi, pesci d’acqua dolce ‘fantasia’, frutta tropicale dell’area amazzonica, verdure, palmitos (cuori di palma, apprezzati per le loro qualità nutrizionali), empanadas, dolci di quinoa real. Ottima la birra e il liquore ricavato dalla fermentazione del mais. Da non perdere: i frullati e le spremute di frutta.

Richiami turistici. Le tracce di remote civiltà, le architetture coloniali, l’estrema diversità di altitudini e precipitazioni e quindi di climi; i deserti d’alta quota; la moltitudine di cascate, i fossili di Santivañez, gli affluenti del Río Ichilo, le colture del tè di Puerto Villarroel/Dipartimento di Cochabamba; l’antica via del sale, gli allevamenti delle vigogne, le misteriose lagune dalle diverse sfumature e metamorfosi di colore, le distese dei ‘salar’ , le saline, le cime dei vulcani, i cactus giganti, i fiumi, la selva impenetrabile, le zone amazzoniche, il Bioparque Güembé a Santa Cruz, le aree temperate, le diverse piantagioni, i processi di conservazione degli alimenti secondo tecniche millenarie, il fascino delle città ricche di musei, i mercati e gli esempi di costruzioni religiose.

Acquisti. Tessuti, ceramiche, oggetti in legno, intrecci di tacuara (bambù), articoli in lana, strumenti musicali, confezioni di tubercoli disidratati di ‘oca’, bacche di camu-camu (un superfrutto con proprietà antivirali), acquavite singani, vini, cacao, tè di guayusa, banane, cioccolato, dolci e il caffè d’altura.

Info. BOLTUR, email: info@boltur.gob.bo

pietro semino