"Emerge una mancata verifica dei rischi, che sussistono tuttora: non è escluso che possano verificarsi altri incidenti".
Così l'ingegner Giuseppe Di Bisceglie, consulente della procura di Aosta nel processo sull'incidente costato la vita alla torinese Barbara Daviero. Il 24 gennaio 2014 la donna viaggiava sull'autostrada A5 Torino-Aosta quando il Rav4 guidato dal marito uscì dalla corsia a destra, all'altezza di Arnad, in un tratto in cui mancava il guardrail: il terminale della barriera trafisse l'auto, uccidendola.
Daviero, 40enne, era al sesto mese di gravidanza ed era dipendente della Fondazione San Paolo. Sono imputati per omicidio colposo gli ex vertici della Società autostrade valdostane (Sav) Eugenio Bonini (ad), 74 anni, di Torino e Marcello Christillin (dg), 79 anni, di Aosta. "In quella situazione si sono verificati due fenomeni: un varco di 34 metri nella barriera e la testata non adeguata, seppur non vietata. Il terminale che c'era probabilmente era stato installato nel 1992", ha detto Di Bisceglie.
"Mi lascia perplesso - ha aggiunto il perito - che nel 2011 un altro veicolo aveva avuto un incidente e la Sav aveva ripristinato la barriera come era prima. Sarebbe bastato completare quel varco di 34 metri". Se il guardrail fosse stato continuo "ci sarebbero stati solo danni per il veicolo", che "in base ai rilievi della polizia stradale procedeva tra i 100 e i 130 chilometri orari", ha spiegato il perito.
"E' strano che nel 2004 sia stata sostituita la barriera spartitraffico centrale ma non quella laterale", ha sottolineato Di Bisceglie. In sostanza se "la barriera in sé è conforme alla normativa" non lo è la sua "testata terminale, perché non è omologata alle nuove norme: quello era un terminale semplice, poi esistono quelli di sicurezza, testati per evitare danni agli occupanti del veicolo".
Da parte dell'autostrada è mancata quindi "la valutazione dei rischi per il conducente, come nel caso di malore o scoppio di uno pneumatico". Inoltre "l'A5 è vecchia e realizzata con criteri degli anni sessanta".
Il giudice monocratico del tribunale di Aosta Marco Tornatore ha rinviato l'udienza all'8 giugno per ascoltare due consulenti delle difese.