Il secolo della Cogne si festeggerà il 24 e 25 settembre, ma la data di nascita dello stabilimento siderurgico di Aosta va spostata più indietro, a primavera. In quella stagione del 1916, in pieno clima bellico, infatti, i fratelli Pio e Mario Perrone, alla guida dell’Ansaldo di Genova, acquistano la quasi totalità delle azioni della Società Miniere di Cogne con il progetto di costruire un impianto siderurgico nella piana della città. La Guerra chiede all’industria italiana sempre nuove armi e questa richiesta dà un forte impulso all’industria del metallo. Da qui inizia una storia che è raccontata anche con una serie di pannelli sotto i portici del Municipio.
Dall’Ansaldo alla Nazionale Cogne
I primi padiglioni per la nuova azienda, che sfrutterà la magnetite di Cogne, l’antracite di La Thuile e la corrente degli impianti idroelettrici, sorgono già nel 1917. La costruzione dello stabilimento sarà completata in circa tre anni. Ma oltre a fabbrica, miniere e centrali idroelettriche il progetto dei Perrone prevedeva un quarto elemento: il quartiere operaio. I Perrone costruiscono ancora il trenino a scartamento ridotto tra le miniere di Liconi e Colonna a Cogne e Acque fredde, a Pila, per trasportare il minerale che giunge poi direttamente nello stabilimento con una teleferica. All’epoca dei Perrone l’impianto siderurgico si sviluppa su 1.200.000 metri quadrati, tre volte l’estensione della città.
La grande Cogne
E’ nel secondo dopoguerra che l’industria siderurgica aostana, la Nazionale Cogne, raggiunge l’apice della sua grandezza. Nel 1949 l’azienda conta circa 9.000 dipendenti; molti sono arrivati dal Veneto durante il fascismo, complice l’obiettivo del regime di “annacquare” il particolarismo locale. Negli anni il quartiere operaio si è completato ed ha accolto i tanti migranti. La politica aziendale è di affitti bassi per i dipendenti e la struttura gerarchica della fabbrica è ripresa nella tipologie degli alloggi. Ci sono le villette dei dirigenti che si affacciano su corso Battaglione Aosta accanto a quelle degli impiegati, dietro le case operaie; separata dagli altri fabbricati, in fondo a via Lexert c’è la villa del direttore, oggi sede dell’Ana.
Anche l’azienda, però, fa la sua parte a Natale con i più piccoli. Quando, il 24 dicembre nel salone del Cral si distribuiscono ai figli dei dipendenti i regali, oltre al giocattolo ogni bambino riceve un anno un berretto, un altro una sciarpa di lana. Alla messa di mezzanotte i “fdiglie della Cogne” si riconoscono perché hanno tutti la sciarpa e o il berretto uguali. La vita del quartiere è regolata dalla sirena della fabbrica. I tantissimi ragazzini che d’estate giocano negli ampi cortili del quartiere sanno che quando suona a mezzogiorno è ora di rientrare in casa per il pranzo perché papà sta uscendo dal lavoro.
La sera, a volte, la ascoltano invece da piazza della stazione dove, insieme alla mamma, sono andati ad aspettare il padre e cercano di riconoscerlo tra i tanti che sciamano sull’alta passerella che scavalca la ferrovia.
La crisi degli anni ’70 e 80
Della grande Cogne non restava quasi nulla. Il quartiere venne ceduto al Comune di Aosta, che ne stravolse la logica originaria facendo sì che da modello urbanistico diventasse un quartiere ghetto.
Nasce la Cas
L’acciaieria il 1° gennaio 1994, veniva acquisita da imprenditori privati, il gruppo Marzorati, che ne pianificarono la ristrutturazione industriale ed il successivo rilancio dandole anche un nuovo nome: Cas, Cogne acciai speciali. Negli anni più recenti, è stato portato a termine, con successo, un ambizioso programma di ristrutturazione dell’azienda, con interventi impiantistici e commerciali rilevanti. Oggi la Cogne Acciai Speciali è uno dei produttori leader nel settore dei prodotti lunghi in acciaio inox in Europa e nel mondo.