FEDE E RELIGIONI - 05 agosto 2016, 12:23

Festeggiata in alta quota la Madonna delle Nevi

Un momento della festa sulle sponde del lago Miserin

Da Champorcher a Nus, oggi venerdì 5 agosto si rinnova in tutta la Valle la tradizionale Festa della Madonna delle Nevi, con processioni ai santuari alpini, un modo suggestivo e originale di celebrare un culto e nel contempo 'vivere' la montagna apprezzandone il lato più spirituale

Un evento anche turistico ma immutato nei secoli

Le sponde del lago Miserin a Champorcher, il santuario di Cuney a Nus, quelli di Breuil-Cervinia, di Verdonaz a Oyace e del villaggio di Munhes a Issime sono i luoghi dove anche quest'anno si svolgono le celebrazioni più significative: centinaia di fedeli, residenti e turisti, si incontrano a circa 2.500 metri di quota per onorare la Madonna delle Nevi, pregandola di vegliare sulla montagna e sui suoi abitanti nella prossima stagione invernale.

L'evento, seppur 'fissato' nella memoria da centinaia di scatti fotografici e 'selfie' con gli smartphone, mantiene un sapore antico, ricordando che, nonostante il progresso tecnologico, l'uomo si trova ancora in posizione precaria di fronte alla potenza della natura. 

Un rito diverso per ogni santuario

Per i champorchereins la campana della parrocchiale di San Nicola è suonata già alle tre del mattino. Dopo un‘ora, alle quattro, i fedeli si sono ritrovati sul piazzale della chiesa con le fiaccole accese e, nuovamente al suono della grande campana che segna i momenti salienti della comunità, si sono avviati verso il Miserin. Precede la Croce e la campanella che ininterrottamente viene suonata durante la processione. Alle 8.30 tutti in cappella per la Messa, il momento forse più commovente della giornata.

Al Santuario arrivano di di buon'ora anche i fedeli delle valli adiacenti: da Cogne, dalla Val Soana e da Fénis. Quindi il pranzo in comune, da sempre, anche nei periodi di maggiori ristrettezze: é uso che durante la festa della Madonna delle Nevi vengano consumati e offerti ad amici e conoscenti i cibi più prelibati confezionati appositamente per l‘occasione: insaccati, formaggi, dolci, carni e liquori.

Nel pomeriggio, ultimo avvenimento prima del ritorno, si svolge la vendita all‘incanto degli oggetti e dei prodotti offerti il cui ricavato é destinato alla parrocchia per la gestione della cappella: é il momento in cui ci si può imbattere in vere opere d‘arte. La processione rientra in chiesa verso le 18.30 e, nell‘ultimo tratto, si aggregano anche le persone che per motivi di età e salute non hanno potuto raggiungere il lago.

A Oyace l‘itinerario della processione (circa 3 ore e mezza di cammino) parte dal ponte di Bagneraz, raggiungibile dalla località Grenier, appena prima del capoluogo. Dal ponte si prosegue sul sentiero indicato dal segnavia n° 4 fino all‘alpeggio Tsa di verdonaz dove una breve deviazione porta alla cappella della Madonna delle Nevi di Verdonaz, a 2.350  metri circa di altitudine. La cappella, è stata costruita nel 1942 con pietre della zona.

Del tutto caratteristico il rito che si svolge al santurario di Cuney. Il corteo dei pellegrini infatti, celebrata la messa principale, si reca alla vicina sorgente tra inni e canti, e tutti assistono con attenzione all’azione dell’officiante che immerge per tre volte nell’acqua sorgiva la croce processionale, affinché la Madonna favorisca una presenza abbondante d’acqua. Questa pratica è molto antica e fu spesso condannata dalle autorità religiose che temevano che i fedeli fossero riportati al paganesimo.

p.g.