Il Reblec ed il Salignon, i due tipici prodotti lattiero caseari valdostani sono entrati a far parte del palmares dell’agroalimentare valdostano. Hanno, infatti, ottenuto la Bandiera del Gusto Coldiretti. Con i due nuovi ingressi nell’albo Coldiretti, “percentualmente, ogni valdostano – spiega Ezio Mossoni, direttore di Coldiretti VdA - ha 3 bandierine in più rispetto ad un piemontese. E tutto questo serve a valorizzare la biodiversità valdostana che ci ha portati nel tempo a valorizzare le produzioni tipiche”.
Coldiretti ha iniziato a segnalare le bandierine dal 2009. Lo scopo è quello di far riscoprire ai valdostani e scoprire per i turisti i prodotti locali del territorio made in Italy. Lo scorso anno era entrato a far parte dell’esclusivo club dell’eccellenza agroalimentare valdostano l’olio di noce.
Spiega ancora Mossoni: “Le Bandiere Gialle fanno parte di una iniziativa che CColdiretti rilancia ogni anno in occasione della Assemblea annuale a favore delle produzioni tipiche iscritte agli elenchi delle produzioni tradizionali (PAT) “.
IL REBLEC
(foto agriturismo torgnon)
Bianco, morbido e cremoso, il reblec è un formaggio fresco, di piccola pezzatura, ricavato dalla panna affiorata spontaneamente, alla quale viene aggiunto latte crudo intero.
Il tutto viene riscaldato a 38-39 °C e poi cagliato. Dopo essere stato tagliato e inserito nelle forme, il prodotto viene lasciato asciugare in un luogo tiepido per 12-24 ore.
Il reblec, prevalentemente riservato al consumo familiare, è ottimo come dessert, condito con zucchero o cannella in polvere e, per i più golosi, con una generosa spolverata di cacao.
IL SALIGNÖN
Il salignön è una ricotta dalla consistenza cremosa e grassa e dal sapore piccante e speziato, ottenuta dal siero residuo della lavorazione casearia arricchito con latte o panna. Impastata con sale, pepe e peperoncino (da qui l’origine del suo colorito rosato), viene ulteriormente insaporita con erbe aromatiche di montagna.
Il suo peso è di circa 300 grammi; un tempo la sua breve stagionatura avveniva vicino alla cappa del camino, così da conferire al prodotto una leggera affumicatura.
Il salignön è una vera prelibatezza, ma non è facilmente reperibile: lo si può acquistare solamente in pochi punti vendita e in alcuni caseifici. A differenza degli altri formaggi, consumati solitamente a fine pasto, il salignön è servito in tavola soprattutto come antipasto oppure utilizzato per farcire le tipiche “miasse”.
Coldiretti
Salgono al record di 4965 le "bandiere del gusto" a tavola assegnate all'Italia nel 2016 sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio. E' quanto emerge dall'analisi sulle "Vacanze Made in Italy" nell'estate 2016. Sono 79 i prodotti - sottolinea Coldiretti - che si sono aggiunti rispetto allo scorso anno e che sono andati ad incrementare il patrimonio di specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. La Campania quest'anno, con 486 specialità e l'inserimento di 29 nuovi prodotti, conquista la leadership scavalcando la Toscana (460), mentre il Lazio (396) consolida il terzo posto. A seguire l'Emilia-Romagna (387), il Veneto (378), Piemonte (336) e Liguria (294). A ruota le altre regioni: la Calabria (269), la Puglia (251), la Lombardia (247), la Sicilia (242), la Sardegna (189), il Friuli-Venezia Giulia (163), il Molise (159), le Marche (151), l'Abruzzo (148), la Basilicata (113), la provincia autonoma di Trento (105), l'Alto Adige (90), l'Umbria (69) e la Val d'Aosta (32).
Nell'elenco 2016 - segnala la Coldiretti - troviamo numerose new entry tra cui, in Abruzzo, "U Sprusciat" di Pizzoferrato, una soppressata sotto strutto ottenuta con le parti più pregiate del maiale, in Basilicata il Gilò di Maratea, un ortaggio della famiglia delle melanzana arrivato dal Brasile con il ritorno di emigranti del posto, in Campania la Malaca, una bevanda alcolica ottenuta partendo da uve locali a bacca bianca raccolte a maturità molto avanzata, in Emilia Romagna le Offelle di marmellata, focaccette di pasta dolce con un ripieno di composta di mele che prendono spunto da una ricetta dell'Artusi, in Sardegna la Panada Assaminesa, una pasta ripiena di carne di agnello, patate e pomodori secchi.
Un exploit alimentare che trova una conferma anche nell’aumento record (+ 12,1%) dell’agroalimentare Made in Italy che recentemente ha fatto registrare - secondo un'atra analisi di Coldiretti - la maggiore crescita tendenziale delle esportazioni. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero nel mese di maggio 2016 dalla quale si evidenzia che l’agroalimentare Made in Italy vola quest’anno verso un nuovo record delle esportazioni che già nel 2015 avevano raggiunto il valore massimo di sempre a 36,9 miliardi di euro. La crescita maggiore – sottolinea la Coldiretti - si ha all’interno dell’Unione Europea (+13,6%) ma l’aumento dell’agroalimentare è rilevante anche fuori dai confini comunitari con un +9,6%).
I 2/3 del fatturato agroalimentare all’estero si ottengono con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea, ma il Made in Italy - sottolinea la Coldiretti - va forte a tavola anche fuori dai confini europei a partire dagli Usa (+6,5%) che sono il principale mercato di sbocco extracomunitario mentre torna a salire l’export in Russia (+11,5%) dove tuttavia si è verificato un drastico ridimensionamento a causa dell’embargo deciso nei confronti di formaggi, carne, salumi e ortofrutta circa 2 anni fa.
L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare - conclude Coldiretti - da una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro, quasi il doppio del valore delle nostre esportazioni agroalimentari, utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.