La Liberazione di Aosta dal nazifascismo avvenne il 28 aprile 1945, in pieno scontro tra autonomisti ed annessionisti e con la contrapposizione tra l'esercito francese - che intendeva 'conquistare' e dichiarare terra francese la Valle d'Aosta - i partigiani e gli Alleati angloamericani.
Quel giorno di 70 anni fa, dunque, i partigiani entrarono ad Aosta. Alessandro Passerin d'Entrèves e Carlo Torrione furono nominati rispettivamente prefetto e sindaco di Aosta dai membri valdostani del Comitato di liberazione nazionale-Cln.
Partigiani e fascisti insieme contro i francesi
Il 27 aprile, otto compagnie dell'esercito francese avevano attraversato il Piccolo San Bernardo e il colle di Rhêmes intenzionati a occupare la Valle. Il generale Alexander chiese al suo parigrado Doyen, dell'esercito francese, il ritiro delle truppe, ottenendo un netto rifiuto. Per impedire l'annessione forzata della Valle d'Aosta alla Francia, il maggiore degli alpini, Augusto Adam, prese un'iniziativa all'apparenza 'impossibile' ma che invece si rivelò vincente: schierò, assieme alle formazioni partigiane, militari fascisti in forza alla Repubblica sociale italiana. Un'idea azzardata e unica nella storia della guerra partigiana, ma che alla fine ottenne l'esito sperato: di fronte all'armata 'trasversale' i francesi desisterono dall'iniziativa militare. Ma la tensione non calò ancora; iniziò, infatti, una campagna a favore del plebiscito appoggiata e fomentata dalle truppe francesi. Una situazione che creò momenti di tensione al punto che il 12 maggio il Cln valdostano inviò a Stalin, a Truman, a Churchill, al Presidente della Conferenza di San Francisco, al presidente del Consiglio dei ministri Bonomi e al Cln nazionale un telegramma per denunciare i soprusi dei francesi e le loro mire espansionistiche e per invocare il loro intervento. Il 18 maggio, in occasione del primo anniversario della morte di Émile Chanoux, ebbe luogo ad Aosta una manifestazione popolare a favore del plebiscito.
Chiesto il plebiscito
La manifestazione in accordo con la 'Mission Mont-Blanc' fu organizzata dal gruppo di filo-annessionisti riuniti nel 'Comité Valdôtain de Libération' che aveva raccolto più di 16.000 firme a sostegno di un plebiscito. I manifestanti chiedevano al prefetto d'indire un referendum popolare attraverso il quale i Valdostani avrebbero potuto pronunciarsi a favore dell'annessione alla Francia o del permanere della Valle d'Aosta all'interno dello Stato italiano, scegliendo tra due opzioni così formulate: “Voulez-vous rester italien? Voulez-vous le rattachement à la France?”. Alessandro Passerin d'Entrèves rifiutò per motivi giuridici e politici di dar corso al referendum e si dimise dalla carica di prefetto l'indomani. Le tensioni con la Francia si conclusero di fatto il 7 giugno con il messaggio del presidente americano Truman a De Gaulle con cui si minacciava la sospensione di rifornimenti militari alla Francia. Il 24 giugno la truppe francesi si ritirarono. Per la Valle d'Aosta si aprì così un lungo confronto con lo Stato italiano per ottenere l'autonomia promessa nel corso della lotta di Liberazione.