Un progetto inserito tra le celebrazioni per i cento anni dall’inizio della prima guerra mondiale sembra avere colto il senso del rapporto tra azione e riflessione.
Lo scrive Marcello Filotei precisando che se ti lanci in un pellegrinaggio civile articolato in 29 tappe disseminate su quello che fu il fronte orientale hai sicuramente il tempo per pensare. E penserai con più intensità se il percorso passa per trincee, forti e postazioni belliche, in luoghi che hanno visto cadere a migliaia ragazzi che a volte indossavano una divisa diversa ma avevano lo stesso cognome. In Trentino è accaduto anche questo. Quindi il “Pellegrinaggio civile della pace”, che il 29 giugno è partito grazie all’iniziativa della Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto, può essere interpretato come avventura spirituale che si può affrontare anche grazie al silenzio, e può aiutare il viaggiatore, il pellegrino, a riflettere sul senso del proprio percorso, della propria vita. Forse anche della morte. Proprio perché si svolge in luoghi dove la distanza tra la vita e la morte era spesso di qualche centimetro.