CULTURA - 12 marzo 2014, 18:06

TEATRO: Quello 'del Mondo' è nato in Valle d'Aosta

Da sinistra Paola Corti, Valeriano Gialli e Pierfrancesco Grizi

«Vogliamo fare un po’ di polemica con quelle compagnie che sino dal nome intendono localizzarsi. Noi non abbiamo localizzazione.» E’ un Valeriano Gialli pimpante e, come sempre, senza peli sulla lingua quello che mercoledì 12 marzo insieme a Paola Corti presenta il neonato “Teatro del Mondo”, gruppo frutto della fusione tra “Envers teatro”, dello stesso Gialli, e “Arti di Eris” di Paola Corti.

«E’ in qualche modo un momento storico – dice Corti – è la prima volta in Valle d’Aosta che due compagnie teatrali hanno deciso di unirsi, anche se hanno alle spalle storie e percorsi di versi.» C’entra anche la crisi economica che spinge ad unire le forze per abbattere i costi, ma alle spalle di questa scelta c’è dell’altro: un progetto ambizioso.

«Ci vogliamo porre come una compagnia che offre un servizio culturale, un alto servizio, attraverso il teatro. - spiega Valeriano Gialli – Intendiamo portare ai giovani la grande tradizione del teatro d’arte coniugata con la contemporaneità.» Idee e programmi non mancano. C’è il progetto di mettere in scena per la prima volta assoluta in Italia “Il re del plagio” di Jan Fabre,, una personalità spiccatamente poliedrica, da decenni in evidenza nella creazione di spettacoli teatrali dalla forte suggestione visiva e coreografica (sarà presentato al Festival di Asti).

C’è uno Shakespeare trasversale che porta in scena i “cattivi” delle tragedie, impersonati tutti da Valeriano Gialli che all’inizio è un gigante sui trampoli e, via via spogliandosi degli abiti dei personaggi interpretati finisce piccolo uomo semi nudo. Tragedia greca e pop, Shakespeare e Aldo Rossi, avanguardia e populus; l’obiettivo del Teatro del Mondo è di unire alto e basso aprendosi, come indica il nome verso l’esterno, guardando sempre a nuovi orizzonti. La nuova compagnia ha un logo curioso, disegnato da Pier Francesco Grizi.

«E’ una lampadina luminosa che allude alla luce dell’immaginazione e delle idee. – spiegano Paola Corti e Valeriano Gialli – Ha gli occhiali perché ci si augura che questa luce sia abbagliante.» A causa del naso sui cui poggiano gli occhiali e di una filettatura stilizzata posta in verticale nel logo si può vedere un teschio. «Può essere. – ammette Valeriano Gialli – In tal caso è una maschera teschio con gli occhiali. D’altra parte Amleto compare in scena con un teschio.» «Per altro – aggiunge – il nostro teatro prende spesso ispirazione dall’arte figurativa nella quale la pratica della “vanitas” cioè dei quadri con il teschio è diffusa.»

Teschio o lampadina, il logo cambierà occhiali per suggerire con analogie il tipo di spettacolo che propone. Esiste anche una versione “enfant” perché il Teatro del Mondo non trascurerà i più piccoli, ma se ne occuperà in modo diverso da quanto fatto sino ad oggi. «In quarant’anni che esiste il teatro per bambini – sostiene Gialli – non portato frutti: i giovanissimi spettatori non sono diventati adulti che vanno a vedere gli spettacoli.» Il teatro del Mondo, dovrà affrontare il grave problema della carenza di spazi per provare o per ricoverare le scenografie.

Qualcosa, però, sembra muoversi. «Abbiamo scritto al Comune di Aosta per il Giacosa, ma non ci hanno risposto.- dice Gialli – L’assessore regionale all’Istruzione e Cultura, invece, ci ha ricevuto già due volte. Penso che, alla fine, si troverà una soluzione con lo Splendor.»

agostino borio