ATTUALITÀ - 30 novembre 2013, 16:11

Patto di incapacità

Da adolescente sentivo da mio padre dire, quando aveva a che fare con chi non era in grado di svolgere l’incarico al quale era proposto, “E con gente così come potevamo pensare di vincere la guerra”. Non ci davo gran peso. Ma oggi mi viene da dire “E’ con questa gente che pensiamo di uscire dalla crisi?”.

Un giorno sì e l’altro anche c’è da rimanere basiti di quello che succede e di quanto non sanno i nostri amministratori. L’assessore comunale che non sa se il suo comune rientra tra quelli che hanno applicato una aliquota maggiorata dell’Imu; partiti e movimenti che celebrano i loro congressi dicendoci cosa è necessario fare ma si guardano bene dal dire come; consiglieri regionali come Albert Chatrian che invocano ‘santo subito’ l’ex assessore all’agricoltura Isabellon, dopo che nella passata legislatura gli hanno sparato addosso senza pietà definendolo, nel miglior dei casi, un incapace; assessori che non ci dicono se gli impegni assunti vengono mantenuti o meno.

Assessori  che non ci dicono quando sarà pagato il bon chaufage. Politici che passano le adunanze del Consiglio regionale e comunale facendosi gli affari propri: visure catastali, compilazioni di domande per ottenere contributi; elaborare accorpamenti fondiari; consulenze varie; verifiche di progetti. Il tutto utilizzando computer e mezzi tecnologici messi a loro disposizione dalla Pubblica amministrazione per svolgere compiutamente l’attività politica. Ma delle discussioni in aula nemmeno sanno il tema trattato. Per non parlare di come la nostra classe politica ha affrontato il problema della Tares.

L’allarme che Pier Antonio  Genestrone, da presidente di Confcommercio VdA, ha lanciato con coraggio contro le scadenze della Tares e che aveva chiesto una rateazione al 2014, tutti hanno fatto scena muta. Qualche assessore ai tributi si è limitato a dire: “Non possiamo far niente”. Ma ora anche il sindaco di Aosta ne denuncia l’assurda applicazione. Di più, i sindacati hanno annunciato il presidio di Piazza Deffeyes contro il Bilancio della Regione. Ma come? è passato quasi un mese da quando hanno incontrato il Governo regionale per discutere dei contenuti del documento, ma fino ad oggi cosa hanno fatto? Forse hanno dormito. Dopo l’incontro non hanno detto nulla se non le solite scontate banalità. Ho l’impressione che i sindacati si mobilitano per far sapere che esistono. Da qualche tempo ai loro scioperi partecipano solo disoccupati, pensionati, cassintegrati e esodati. Non hanno altro da fare! Chi ha un lavoro se lo tiene stretto e non è disposto a rinunciare 70 euro per protestare contro chi non può far nulla. Dai sindacati mi sarei aspettato un controbilancio non un presidio.

Ho una convinzione: chi ci governa, chi spera di governarci, chi organizza i lavoratori e chi pensa di rappresentarci, ha fatto sua la filosofia del 'non c’è limite al peggio' e quindi si beano del fatto che fanno meglio di quanto peggio potrebbero fare altri. Così ci bombardano di luoghi comuni e favole. Per favore non raccontateci che tutti i mali della Valle d’Aosta sono causati dal Patto di stabilità.

I nostri problemi sono causati da un patto di incapacità.

piero.minuzzo@gmail.com