"Un edificio simbolo dei legami fra le religioni" che "deve restare al servizio del dialogo fra le due rive del Mediterraneo" e che il restauro ha oggi restituito all'antico "splendore": parole del vescovo di Constantine et Hippone, Paul Desfarger,
Tornate a nuovo splendore le celebri centoquaranta vetrate, ripulite le mura esterne, rifatti i rivestimenti e la copertura, compresi i fregi dei pavimenti in blu, giallo e verde: l'inaugurazione è stata un evento per la città e il Paese.
Lala Bouna ("madre buona" come la gente del posto chiama la basilica di Sant'Agostino) ha federato Algeria e Francia: Annaba e Saint-Etienne, città gemellate, hanno stipulato una convenzione, così come la provincia di Annaba e la regione Rhône-Alpes. Tra i donatori - riferisce il quotidiano "Le Figaro" - le ambasciate di Francia e di Germania, numerose Chiese e comunità religiose (come le Conferenze episcopali italiana e tedesca e l'Ordine di Sant'Agostino), e Benedetto XVI. "Già la Papal Foundation - spiegava nell'agosto 2012 monsignor Desfarger in un'intervista all'Osservatore Romano - aveva offerto un contributo. Tuttavia il Papa, informato della necessità dei restauri per l'antico tempio, ha tenuto in modo particolare a partecipare al finanziamento dei lavori con un suo contributo personale. La basilica di Annaba non è soltanto un luogo di culto. Tutta la collina d'Ippona, con alla sommità la basilica, è un luogo simbolo. Un simbolo forte di convivialità, di fraternità, umana e spirituale. È un luogo transculturale, transreligioso, e ciò lo si deve anche alla figura di sant'Agostino che trasfonde questi valori attraverso il suo umanesimo, attraverso la sua fede e la sua cultura, e che conduce ogni uomo all'essenziale".