La rubrica NEXT si è sempre contraddistinta per le analisi sul mondo politico, dell’economia e gli approfondimenti sulla realtà della nostra regione. Visti gli ultimi avvenimenti politici di questi giorni ci sarebbe davvero molto da dire, con una punta di amarezza e di disillusione. Contrariamente alle aspettative oggi ho scelto di aprire una parentesi poetica, lasciando spazio alla parola ed ai sentimenti e rispolverando una mia antica passione: la scrittura. Frugando tra i ricordi di qualche anno fa ho ritrovato il risultato di un esperimento particolare che scelsi di fare con un pubblico di spettatori, in occasione della presentazione del mio libro di poesie e racconti.
Parlai a braccio di sentimenti, di emozioni, del desiderio che ognuno, anche solo in una riga dei miei scritti, potesse ritrovare una piccola parte di se stesso. Rivelai l’importanza di esprimere i propri sentimenti scrivendo, trasmettendo pensieri e sensazioni dal cuore alla pagina bianca. Raccontai del vero significato dei sentimenti, che non hanno solo un’accezione positiva: fanno parte del “sentire” emozioni come la rabbia, la tristezza, la nostalgia. Poi chiesi ad ognuno di prendere carta e penna e di scrivere su un foglio le parole più belle che avrebbero voluto dire a qualcuno, oppure quelle che avrebbero voluto sentirsi dire … perché ognuno a modo suo può dipingere la vita ed essere poeta dell’esistenza.
Da persone normali, di età e percorsi di vita diversi, ne nacque una poesia meravigliosa, che vi riporto di seguito e che dimostra come, in una tutta la grettezza a cui ci abitua l’esistenza, nel cuore di ognuno può brillare un barlume di luce:
“Vorrei, ma non posso. Rispetto ciò che hai scelto, non posso capirti fino in fondo, ma ti appoggerò sempre, comunque ed ovunque. I tempi del mondo non sono i nostri tempi. Guardo al mondo con occhi di speranza, non più lacrime traboccano, ma gocce. E sbocciano intorno sorrisi, come fiori. Ho conosciuto la timidezza del mare, contrapposta alla mia idea di mare maestoso E poi parliamo: ti ascolto, mi ascolto. Ti capisco e non capisco. Siamo uguali. Gli anni sono passati, restano i ricordi, ma il cuore giovane non torna più. Sentimenti profondi invitano ad una riflessione sul senso di una vita che scivola e fugge. Nascere, vivere, soffrire e morire. Sono portatrice sana di buonumore e amore. Ti voglio bene, mamma. Parole semplici, parole banali, ma per le quali a volte serve coraggio. Ed io, le più belle parole che qualcuno mi ha detto, le sto ancora aspettando.”