Gentile direttore, leggo ora che la Regione apre l’asilo nido aziendale. Perfetto, altri soldi pubblici spesi per l’interesse di pochi.
Ma mi permetta di evidenziare una contraddizione nei termini: la Regione è un’azienda? Gli Enti pubblici sono aziende? Forse no, non devono fare profitto, anzi in questo caso più che fare profitto, spendono i soldi della collettività ad uso esclusivo di pochi.
Ma le sembra corretto che noi paghiamo le tasse, paghiamo l’asilo nido e i dipendenti pubblici si trovano l’asilo nido aziendale?
Il costo di ogni bambino supera i 1000 euro al mese. Quanto saranno le quote che dovranno pagare i dipendenti? E il resto chi lo verserà?
Ancora una volta (era già successo con l’asilo dell’Azienda USL) ci sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B.
Vuole altri esempi: non è difficile scovarli.
Comune di Aosta: i dipendenti fanno la settimana corta e gli uffici sono chiusi il venerdì pomeriggio con grande gioia dell’utenza! Come fanno a fare la settimana corta? Sicuramente non come alla Cogne, dove la settimana corta coincide con la chiusura del venerdì pomeriggio grazie al ricorso di ferie, permessi o Cassa integrazione. In Comune la settimana corta consiste nell’allungare le altre giornate, annullando la pausa pranzo. Ma quando sono stati assunti, i dipendenti comunali hanno seguito un corso di sopravvivenza al digiuno, oppure mangiano durante l’orario di lavoro? In questo probabile caso, allora oltre a pagarli per non lavorare, li paghiamo per mangiare!
Enti pubblici: tutti i giorni, migliaia di dipendenti pubblici non pagano il pranzo in quanto ricevono tra i 6 gli 8 euro di buono mensa. Chi paga questo benefit? Sempre il contribuente che ora pagherà gli asili nido aziendali.
E poi si lamentano del blocco degli stipendi! Iniziamo a risparmiare un milione di euro all’anno in buoni mensa e diamolo alle imprese o ai servizi che producono redditto. Forse l’ovatta che ammorbisce o imbriglia il senso di realtà di chi lavora nel pubblico inizierà a essere più sottile, obbligandoli a sentire il rumore di tutti i giorni.
Per non essere lungo non parlo degli insegnanti e delle malattie pilotate con rientro durante le vacanze per non perdere il posto e ripresa della malattia al rientro a scuola. Si faccia mandare per curiosità quanti precari lavorano fino al giorno prima delle vacanze di Natale e poi vengono sospesi perché rientra l'incaricato che si riammala alla ripresa della scuola non perdendo così il diritto al posto e alla retribuzione!