CRONACA - 09 luglio 2013, 17:52

CARCERI: Garante detenuti, 'Ottime le nuove misure alternative, ma occorre reale inserimento lavorativo'

Enrico Formento Dojot, Garante dei detenuti e Difensore civico della Valle d'Aosta

“Non posso che accogliere con favore le misure appena varate, per altro a seguito delle note sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”.

E’ il commento del Garante dei diritti dei detenuti e Difensore civico della Valle d’Aosta, Enrico Formento Dojot, alla notizia dell’entrata in vigore delle nuove norme carcerarie in materia di esecuzione della pena (dl 78/2013) . Per Formento Dojot le nuove disposizioni che mirano al recupero dei detenuti e alle misure alternative al carcere “devono essere un primo passo cui, spero, ne seguiranno altri, finalizzato alla risoluzione del problema principale che affligge le carceri: il sovraffollamento”.

Il decreto legge prevede, in primo luogo, la sospensione dell’esecuzione della pena non superiore a tre anni (quattro per i detenuti che versano in condizioni particolari), finalizzata alla concessione di misure alternative alla detenzione: la norma non si applica ai condannati per reati gravi, quali, ad esempio, l’associazione di tipo mafioso, la prostituzione minorile e i maltrattamenti in famiglia. Il decreto opera anche  sull’istituto della liberazione anticipata, da valutarsi dal Magistrato di Sorveglianza, sempre escludendo i condannati per reati gravi. “Inoltre – prosegue il Garante dei detenuti – il decreto legge amplia gli spazi per l’applicazione di misure alternative alla detenzione per i recidivi che hanno commesso reati di piccola entità e per l’assegnazione a lavori di pubblica utilità, in luogo della carcerazione, riguardo ai soggetti in condizione di dipendenza da alcool o stupefacenti”.  

“Si tratta – afferma il Garante valdostano –  di misure sicuramente positive, volte alla decongestione degli Istituti di pena e, quindi, ad una condizione meno pesante per i ristretti”. Occorre però, conclude Formento Dojot “procedere ad un rafforzamento reale delle opportunità dell’ammissione al lavoro;non bisogna dimenticare che il reinserimento sociale del detenuto non può prescindere dalla collocazione lavorativa, in assenza della quale è alto il rischio di recidiva”. Il Garante stima “che una percentuale significativa dei detenuti della Casa circondariale di Brissogne possa essere interessata dalle nuove misure”.    

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