Sono già due le ‘Pompe bianche’ ovvero i distributori di benzina senza marca attivi in Valle d’Aosta e la cosa desta preoccupazione nel Sindacato Autonomo Valdostano Impianti Carburante aderente alla Confcommercio-Imprese per l’Italia - Regione Valle d’Aosta e alla F.I.G.I.S.C.
In una nota il sindacato spiega: "Sono troppe per una realtà come quella valdostana che già soffre". Di più, la Federazione Italiana Gestori Impianti Carburanti (Figisc) dice: "Noi dobbiamo vendere a un prezzo ‘consigliato’, che diventa imposto dal mercato, e abbiamo un margine di guadagno del 4% a litro. Se diminuiamo i prezzi per essere competitivi dobbiamo rimetterci di tasca nostra". Dai dati forniti dall’organizzazione emerge che nel 2012 ha chiuso il 10% dei 90 impianti storici esistenti con una forza lavoro di più di 200 persone e le vendite sono calate in Valle d’Aosta del 25-30% a fronte della media nazionale che si attesta al 15% in meno rispetto al 2011.
Figisc chiede pertanto alla Regione "di monitorare con attenzione la situazione per evitare che il proliferare delle pompe bianche faccia fallire gli impianti storici che hanno svolto anche una funzione sociale, soprattutto nelle zone di montagna". Secondo i dati sindacali un benzinaio guadagna 3,5 a 4 centesimi di euro lordi al litro dai quali bisogna togliere anzitutto tutte le spese di gestione: dipendenti, acqua, luce, telefono, divise, commercialista, campagne promozionali, partecipazione agli sconti praticati e… poi devi pagare le tasse!”. Le Pompe Bianche, invece, sono uno specchietto per le allodole.
“La differenza di prezzo fra distributore di una nota Compagnia e pompa bianca si riduce notevolmente per acquistare lo ‘stesso’ prodotto, ma nel primo caso garantito dal marchio della Compagnia stessa. Non bisogna dimenticare - si legge nella nota sindacale - che la percorrenza media di un automobilista è di circa 10.000 km l’anno con un consumo medio di circa 1.000 litri di carburante: moltiplicato per i pochi centesimi di differenza di prezzo, si otterrebbe un risparmio di poche decine di euro. Ma il costo sociale è quanto mai elevato. L’arricchimento di pochi pregiudica la coesione sociale.
Per Figisc “la liberalizzazione del mercato della benzina sembra far bene agli automobilisti, ma stritola sicuramente i gestori degli impianti stradali carburanti della Valle d’ Aosta”.