Primo piatto: una porzione 'microbica' di pizza; per secondo una dicasi una fettina di prosciuttto cotto e un po' d'insalata mista con una pagnotta. Questo, stando alle affermazioni della mamma aostana di un ragazzino che frequenta la 5°elementare (della quale manteniamo l'anonimato a tutela del minore) sarebbe un esempio di menù quotidiano della mensa scolastica di Porossan, frequentata dagli alunni delle scuole pubbliche della collina.
"Situazione simile a quella di altre mense e refettori scolastici di Aosta", sostiene la donna, che dall'ottobre scorso ha iniziato a inviare lettere via email agli uffici della Pubblica istruzione del Comune di Aosta, denunciando una serie di carenze e problematiche "alle quali sino ad oggi il Comune non ha mai risposto, ignorando le mie comunicazioni", spiega R.M., che segna le tappe della sua personale odissea: "Mio figlio deve portare per un certo periodo di tempo un particolare apparecchio odontoiatrico, e non può mangiare di tutto: ho ripetutamente chiesto di poter leggere il menù quotidiano della mensa, per poter segnalare eventuali cibi alternativi in caso di alimenti troppo duri o filacciosi, ma fino ad oggi, e la scuola è ormai finita, mi è sempre stata negata la lettura del menù: è top secret".
Ma c'è dell'altro: "No so se altri genitori hanno scritto come ho fatto io al Comune di Aosta, ma so per certo che sono molti i bambini che si lamentano dei pasti scarsi e freddi serviti nelle mense scolastiche del capoluogo. Io non so se la colpa di questo grave disservizio sia da attribuirsi a Vivenda, la società che ha appaltato il servizio pasti, o se questa segua semplicemente alla lettera indicazioni dell'ente pubblico (non vorrei crederlo.) fatto sta che non sono poche le volte che mio figlio rientra a casa affamato e nervoso a causa delle 'miniporzioni' somministrategli in refettorio. E stiamo parlando di bambini in fase di crescita, che necessitano di alimentazione adeguata.".
E come se non bastasse, "Troppo spesso gli alunni non sono seguiti dalle assistenti di refezione durante i pasti, e lasciati a loro stessi i bambini talvolta ne han combinate di tutti i colori, rischiando anche di farsi male. Queste sono tutte cose risapute, delle quali mi sono presa la responsabilità di informare puntualmente l'amministrazione comunale. Che fino ad oggi ha fatto orecchie da mercante".