Si è detto "perplesso" il deputato valdostano Roberto Nicco, dopo la lettura del decreto legge intitolato "Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali" meglio conosciuto come il decreto sui 'costi della politica'.
"E' singolare, paradossale ed anche un po' ridicolo - scrive Nicco in un comunicato - che i governatori delle Regioni abbiano chiesto al Presidente Monti di intervenire con un decreto-legge su un tema, i costi della politica, su cui le Regioni hanno competenza diretta. I governatori si sono probabilmente mossi nel timore di essere travolti dall'onda di indignazione e disgusto che ha scosso il Paese a seguito delle note vicende di scandalosa appropriazione di risorse pubbliche per usi personali, i più incredibili e assurdi, culminate con la crisi della Regione Lazio. Ma il loro agire è sembrato una pubblica dichiarazione di incapacità ed impotenza. Se fossero coerenti, dopo aver invocato l'intervento del Governo centrale avrebbero dovuto trarne le conseguenze e magari dimettersi".
Scrive ancora il deputato della Vallée che "la Corte dei Conti, per bocca del suo Presidente Giampaolino, ci ha ricordato più volte che il maggior costo improprio determinato dalla politica sta nella corruzione, nell'intreccio perverso tra politica ed affari, in questo macigno che condiziona e talvolta soffoca l'economia. "Una delle principali emergenze nella vita civile ed economica del Paese", ha scritto il Consiglio Superiore della Magistratura. E quindi, in primo luogo, è lì che dovremmo intervenire col bisturi, senza esitazioni. Purtroppo, il disegno di legge recentemente approvato dal Parlamento è stato ancora assai tiepido proprio su questo punto. Un'occasione mancata ha titolato il principale quotidiano nazionale, mentre, cito ancora il Csm, su uno dei punti nodali, la concussione per induzione, siamo in presenza di un "arretramento particolarmente significativo nell'attività di contrasto" dagli effetti "esiziali" su numerosi procedimenti in corso. Dal canto suo, l'Associazione Nazionale Magistrati parla di "effetti di parziale amnistia" e sottolinea l'assenza di norme su altri due punti cardine: il voto di scambio e quel falso in bilancio che è lo strumento attraverso il quale si costituiscono le riserve di liquidità occulta da destinare agli amministratori infedeli, politici e funzionari".
Nicco ricorda poi che "Malaffare, corruzione e uso distorto delle risorse pubbliche non sono prerogativa degli enti territoriali. Purtroppo allignano ovunque, nei gangli fondamentali tanto delle Regioni che dello Stato centrale, infettano tutti i livelli istituzionali".