CULTURA - 19 settembre 2012, 08:11

Tra terra e cielo, film documentario di Joseph Péaquin a Pollein

ProdottO Dall’ Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta – Programma europeo di cooperazione territoriale transfrontaliera Italia-Francia Alcotra 2007-2013 – Progetto “Les racines du goût”. 24° Tokyo International Film Festival – Natural TIFF (Giappone) www.tiff-jp.net, 51° Festival dei Popoli – Panorama Italiano, 59° Trento Film Festival – Natura Doc, 3° Scanno Natura Doc – Effetto Uomo 3° Festival A Travers Champs (Belgio), 4° Moscow International Film Festival of Visual Anthropology “Days of Ethnographic Cinema” (Russia)

La locandina che annuncia la prioezione del film il 27 settembre a Pollein

Di fronte al grande progresso della farmacologia, la medicina popolare sembra davvero poca cosa. Eppure sempre più persone cercano rimedi alternativi. Andando oltre il business del naturale, si arriva a persone vere che conoscono perfettamente i segreti della medicina popolare. Persone che stanno attente a cosa mangiano e valorizzano l’orto di casa. Persone che conoscono e sentono la natura che li circonda in un modo non dissimile dagli indigeni di una foresta africana. Persone che riflettono sui concetti di malattia e di cura, sul senso della vita e della morte.

Ha scritto Lisa Cecconi: "E’ un viaggio lungo il sentiero ascoso delle origini quello di Tra Terra e Cielo di Joseph Péaquin. Un viaggio che, da generazioni, si intraprende a piedi, bastone alla mano e zaino in spalla, con la metodica reverenza che si riserva ai riti.In un momento in cui anche il progresso sembra aver mangiato la foglia del fascino biologico e della medicina alternativa, popolando gli scaffali di pomate e polverine, pasticche, creme e unguenti di ostentata ascendenza naturale, Péaquin indaga sui processi e gli strumenti ma, ancor prima, sulla filosofia che ne accompagna la produzione.

"L'ipermercato, la fabbrica, l’erboristeria, diventano i luoghi di una prima osservazione che assiste neutra, ma si commenta da sola, nella freddezza automatica dei macchinari, nella monotona abbondanza della serie fino al richiamo pretenzioso delle confezioni. Non c’è natura nella plastica vivace e accattivante affastellata lungo le corsie di un market né, tantomeno, nelle maglie implacabili di una catena di montaggio".

Red VdAGlocal 10