ATTUALITÀ - 09 novembre 2025, 12:00

La politica, ovvero parlare di una cosa semi seria

Parlare di politica è come cercare di fare yoga su un tapis roulant: ci vuole equilibrio, ma il terreno è sempre in movimento.

La politica, ovvero parlare di una cosa semi seria

Per iniziare con un sorriso amaro, citiamo Ennio Flaiano: “La situazione politica in Italia è grave, ma non seria.”
E Pietro Nenni rincara la dose: “In politica i posti si occupano, non si lasciano.”
Insomma, il tono è già servito.

Ma, al di là dell’ironia, vi siete mai chiesti quale sia il metro di giudizio che i cittadini usano per valutare la politica?
Basta un giro sui social: aprite un articolo, scendete nei commenti e troverete un campionario umano degno di un romanzo di Gogol.

C’è l’urlatore seriale, quello che commenta ogni post con faccine e insulti: “Siete dei pagliacci! La politica fa schifo! La destra è morta, la sinistra è evaporata!”
Un vero poeta del disincanto.

Poi ci sono gli amici del politico, pronti a difenderlo anche se ha appena rubato le caramelle ai bambini.
E non parliamo solo di Roma o Milano: anche a livello locale, il detto “nessuno è immacolato” trova conferme quotidiane.

Io, che sui social ci bazzico spesso, vedo l’amico che difende il politico e il vicino di casa che lo accusa — spesso non per ideali, ma per questioni di parcheggio o di condominio.
La politica, insomma, diventa un affare personale.

Abbiamo quindi diverse categorie di commentatori: dal fanatico adoratore al critico viscerale, passando per il dipendente pubblico che giudica il politico non per il partito, ma per la sua capacità di rispettare orari, persone e competenze.
Un giudizio tecnico, quasi da recensione su TripAdvisor.

E questo amore-odio verso la persona si riflette inevitabilmente sul partito.
Perché, diciamolo, quanti di noi giudicano un intero schieramento sulla base di un singolo rappresentante?

Io stesso lo confesso: ho stima per persone che militano in partiti lontani dal mio pensiero, perché sono oneste, preparate, rispettose.
Peccato che accanto a loro ci sia spesso il segretario di turno che fa cose talmente odiose da farti venire voglia di cambiare canale.

È giusto? È sbagliato? Boh. Difficile dirlo.

Quello che so è che forse non servono solo politici super preparati, ma persone con valori: onestà, rispetto, umiltà.
Non serve l’arroganza da palcoscenico, né il narcisismo da reality show.

Come diceva Rino Formica: “La politica è l’arte di mescolare sangue e merda.”
Il problema è che, alla fine, a mangiarla siamo sempre noi cittadini.

Vittore Lume-Rezoli

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