C’era una volta. Si potrebbe iniziare così, come nei racconti per bambini che tutti conoscevamo. E si potrebbe chiudere con un’altrettanto classica: “Larga la foglia, stretta la via, dite la vostra che io ho detto la mia.”
Ma questa non è una favola. È cronaca. È politica. È realtà. E, purtroppo, non c’è il lieto fine.
Facciamo un passo indietro. Non torniamo a essere bambini che leggono Pinocchio, ma adolescenti curiosi, quelli che sfogliavano Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, cercando il senso della libertà tra le ali di un gabbiano ribelle.
O quelli che si perdevano tra le pagine di Gli amori difficili di Calvino, dove l’amore era complicato ma almeno sincero.
E poi c’era lei: Oriana Fallaci. Una penna affilata come un bisturi, una voce che non chiedeva permesso. La potevi amare o detestare, ma ignorarla era impossibile.
Lettera a un bambino mai nato, Un uomo, La rabbia e l’orgoglio, Insciallah… libri che non si leggevano, si affrontavano. Come lei.
E ora, torniamo al nostro “C’era una volta”.
C’era una volta la segreteria di partito. Quella vera. Quella che non si limitava a fare da tappezzeria tra una conferenza stampa e una cena elettorale.
Quella che, elaborava la linea politica, non la linea del buffet, coordinava le attività territoriali, non le cene di autofinanziamento, gestiva le alleanze, non le vendette post-elettorali, organizzava congressi, non solo post su Facebook, partecipava alla scelta dei candidati e tanto altro e non si limitava a ratificare chi ha più follower.
Oggi? Oggi ogni partito tira il proprio carro, spesso trainato da cavalli stanchi e con le ruote sgonfie.
Gli ex alleati diventano nemici giurati, gli avversari diventano partner di governo, e il cittadino resta lì, spettatore pagante di una commedia che non fa più ridere.
E poi arriva lui: il sindaco Rocco del Comune di Aosta.
Alla prima seduta — non la decima, non dopo aver risolto i problemi del traffico, dei rifiuti o della sanità, no — alla prima seduta si aumenta lo stipendio del 20%.
Così, come si ordina un caffè al bar. Senza zucchero, ma con un bel surplus.
Ora, mettiamo da parte l’indignazione dei cittadini — che è tanta, ma ormai anestetizzata — e chiediamoci: questa iniziativa è stata condivisa con la segreteria del movimento?
Se sì, allora il sindaco è solo il braccio, ma la mente è altrove. E quella mente, mi spiace dirlo, ha perso il senso del pudore.
Se invece è stata una decisione individuale, allora mi aspetto che la segreteria del movimento Union Valdôtaine si svegli dal torpore e dica qualcosa. Qualsiasi cosa. Anche solo “ops”.
Perché, altrimenti, sull’onda di questa decisione, mi aspetto che tutti i sindaci unionisti si aumentino la prebenda. Magari con un bel brindisi. Alla faccia di chi non arriva a fine mese.
E il PD? Ah, il PD.
Qui la segreteria sembra più attenta a non perdere la poltrona che a difendere i principi.
In Comune ha votato la proposta Rocco — alla faccia dei 3 euro di aumento ai pensionati — e in Regione è pronta a fare maggioranza con Forza Italia.
Sì, proprio loro. Quelli che un tempo erano il nemico giurato.
Ma si sa: in politica l’amore è liquido. E la coerenza è un optional.
Mi fermo qui.
La penna vorrebbe scrivere cose ben poco edificanti sulla fine del partito degli operai, ma il rispetto che nutro per uomini della sinistra come Dolchi mi fa desistere dall’usare la penna come mannaia.
Anche se, diciamolo, la tentazione è forte.
Come dicevo: larga la foglia, stretta la via, dite la vostra che io ho detto la mia.