In Valle d’Aosta la XX edizione del programma Restituzioni ha permesso il recupero di importanti opere d’arte rappresentative della storia del territorio e della ricchezza delle sue collezioni:
Orafo valdostano (?), Cassa reliquiario del corpo di sant’Orso, 1358-1359, telaio in lastra d’argento ripiegato (struttura); lamine in lega d’argento, lavorate a cesello, punzoni e bulino, cristalli e paste vitree a cabochon (pannelli), 68x83x21 cm
Aosta, Tesoro della Insigne Collegiata dei Santi Pietro e Orso
La cassa reliquiario di Sant’Orso, custodita nella Collegiata dei Santi Pietro e Orso ad Aosta, è uno dei più importanti capolavori dell’oreficeria trecentesca valdostana. Realizzata probabilmente tra il 1358 e il 1359 per volontà del priore Guillaume de Lides, l’urna contiene le sacre spoglie del santo e testimonia l’importanza del culto di Sant’Orso nella regione.
La struttura, in argento sbalzato con coperchio a quattro spioventi, è decorata con scene sacre e figure di santi, smalti colorati, dorature e gemme incastonate. Al centro del frontale si trova Cristo benedicente, affiancato da sant’Orso e sant’Agostino, mentre il retro ospita la Vergine con il Bambino tra i santi Pietro e Paolo. I pannelli minori raffigurano san Lorenzo e santo Stefano. L’opera rivela l’eleganza del gotico internazionale e l’influenza dei cicli giotteschi piemontesi, con un naturale equilibrio tra dettagli decorativi e espressività delle figure.
Il restauro ha restituito all’opera la migliore leggibilità, attraverso operazioni di pulitura delle superfici, consolidamento delle fratture, reintegrazione di gemme e smalti lacunosi e stabilizzazione dei tessuti di foderamento. Grazie a questi interventi, l’urna conserva oggi non solo il valore artistico, ma anche la sua funzione simbolica e culturale per la Valle d’Aosta, rappresentando un ponte tra devozione religiosa, maestria artigianale e storia locale.