Se la Valle d’Aosta fosse un giardino, quest’anno potrebbe finalmente sbocciare qualcosa di insolito: una giunta “rossonera-rosa”. Non si tratta di colori pastello per gli uffici o di un bouquet in Sala Consiliare, ma di una vera novità politica: una giunta in cui autonomisti, Pd e donne di livello trovano spazio insieme.
Tra le elette, spicca Speranza Girod dell’UV (3.004 voti), seconda solo al presidente uscente Renzo Testolin (3.808 voti). Girod potrebbe diventare presidente della Giunta qualora Testolin non fosse più in grado di guidare la Regione. Un segnale chiaro: le donne devono avere un ruolo reale ai vertici, senza compromessi.
Il ballottaggio potrebbe ridisegnare gli equilibri interni: il Pd rischia di perdere Clotilde “Titti” Forcellati (473 voti), orientata verso un assessorato al Comune di Aosta, aprendo nuovi scenari per le nomine autonome.
Tra le figure più quotate per entrare in Giunta c’è Luisa Anna Trione (1.098 voti), eletta per gli autonomisti di Centro e molto attiva nel sociale. La sua presenza rappresenterebbe competenza concreta e un messaggio forte: le donne non sono solo simbolo, ma protagoniste reali nelle scelte di governo.
Altre donne elette nella maggioranza regionale sono: Loredana Petey (1.634 voti, UV), Josette Borre (1.410 voti, UV)
Ma la una bomba potrebbe giungere dalle presidenze delle Commissioni, una delle quali potrebbe andare a Marco Sorbara di Forza Italia, in cambio di appoggio esterno al governo autonomista. Se confermato, segnerebbe un ricomponimento del centrodestra valdostano, con la Lega e Fratelli d’Italia leggermente isolata e Forza Italia pronta a dettare condizioni.
Dopo anni di giunte maschili e partitocratiche, questa potrebbe essere la primavera rosa del potere: un’opportunità per portare competenza, sensibilità e equilibrio in una Regione che ha bisogno di esempi concreti oltre ai simboli.
Il messaggio dei cittadini è chiaro: non vogliono figure femminili solo sulla carta, ma donne che contino davvero, subito, alla guida delle scelte e dei progetti della Valle d’Aosta.
Se tutto procede come sembra, questa legislatura potrebbe segnare una svolta. Vedere le rose del potere sbocciare non è mai stato così stimolante.
Il rosa al potere
Se la Valle d’Aosta fosse un giardino, quest’anno potrebbe finalmente sbocciare qualcosa di insolito: una giunta “rossonera-rosa”. Non si tratta di colori pastello per gli uffici o di un bouquet in Sala Consiliare, ma di una vera novità politica: una giunta in cui autonomisti, Pd e donne di livello trovano spazio insieme.
Tra le elette, spicca Speranza Girod dell’UV (3.004 voti), seconda solo al presidente uscente Renzo Testolin (3.808 voti). Girod potrebbe diventare presidente della Giunta qualora Testolin non fosse più in grado di guidare la Regione. Un segnale chiaro: le donne devono avere un ruolo reale ai vertici, senza compromessi.
Il ballottaggio potrebbe ridisegnare gli equilibri interni: il Pd rischia di perdere Clotilde “Titti” Forcellati (473 voti), orientata verso un assessorato al Comune di Aosta, aprendo nuovi scenari per le nomine autonome.
Tra le figure più quotate per entrare in Giunta c’è Luisa Anna Trione (1.098 voti), eletta per gli autonomisti di Centro e molto attiva nel sociale. La sua presenza rappresenterebbe competenza concreta e un messaggio forte: le donne non sono solo simbolo, ma protagoniste reali nelle scelte di governo.
Altre donne elette nella maggioranza regionale sono: Loredana Petey (1.634 voti, UV), Josette Borre (1.410 voti, UV)
Ma la una bomba potrebbe giungere dalle presidenze delle Commissioni, una delle quali potrebbe andare a Marco Sorbara di Forza Italia, in cambio di appoggio esterno al governo autonomista. Se confermato, segnerebbe un ricomponimento del centrodestra valdostano, con la Lega e Fratelli d’Italia leggermente isolata e Forza Italia pronta a dettare condizioni.
Dopo anni di giunte maschili e partitocratiche, questa potrebbe essere la primavera rosa del potere: un’opportunità per portare competenza, sensibilità e equilibrio in una Regione che ha bisogno di esempi concreti oltre ai simboli.
Il messaggio dei cittadini è chiaro: non vogliono figure femminili solo sulla carta, ma donne che contino davvero, subito, alla guida delle scelte e dei progetti della Valle d’Aosta.
Se tutto procede come sembra, questa legislatura potrebbe segnare una svolta. Vedere le rose del potere sbocciare non è mai stato così stimolante.





