Un’osteria all’aperto, pochi tavoli e un menù di dodici portate “difficili da digerire”. Così Libera ha inaugurato in Piazza Porta Praetoria ad Aosta la tappa valdostana del suo viaggio nazionale “Fame di verità e giustizia”, un’iniziativa che attraversa l’Italia – e anche l’Europa – per richiamare l’attenzione sull’urgenza di contrastare mafie e corruzione, a trent’anni dalla nascita della rete fondata da don Luigi Ciotti.
Un menù amaro ma necessario
Nel menù dell’osteria simbolica si leggono piatti dai nomi eloquenti. Tra i primi, “Beni confiscati” con ingredienti come privatizzazione, vendita, regalo ai mafiosi, o “Liberi di corrompere”, condito con impunità, corruzione sistemica e organizzata.
Nei secondi, piatti ancora più pesanti da mandar giù: “Legge bavaglio”, un mix di divieto di informare, corto circuito dell’informazione e querele temerarie; o “Sovraffollamento delle carceri”, con celle piene, carenza di personale e scarsità di attività di reinserimento.
E per dessert, le portate dimenticate ma essenziali: “Verità per le vittime innocenti delle mafie” – l’80% delle famiglie non conosce ancora la verità – e “Liberi di scegliere”, dedicato a chi tenta di fuggire dai contesti mafiosi senza trovare protezione.
Una provocazione lucida e diretta, per trasformare un pasto simbolico in un’occasione di riflessione civile e partecipazione collettiva.
Il viaggio di Libera e la voce dei protagonisti
La tappa di Aosta è parte di un percorso con oltre cento appuntamenti in tutto il Paese, un cammino per riscrivere l’agenda civile su mafie e corruzione e rilanciare il valore della responsabilità pubblica.
“In un Paese – dichiara Francesca Rispoli, copresidente nazionale di Libera – dove lo spazio civico si restringe e la partecipazione viene scoraggiata, mafie e corruzione sono diventate un fatto ‘normale’, tollerato. In questi trent’anni Libera ha dimostrato che un’alternativa è possibile, costruendo un mosaico di impegno e liberazione dalle diverse forme di criminalità. Ci sono momenti in cui stare immobili è una colpa, mentre muoversi è un obbligo morale e civile. Fame di verità e giustizia è il nostro grido per risvegliare le coscienze e chiedere scelte chiare e coraggiose”.
Ecomafie e ambiente: il focus valdostano
Per la tappa in Valle d’Aosta, Libera ha deciso di concentrare l’attenzione sul tema dell’ambiente e delle ecomafie, un fronte delicato anche per il territorio alpino. Dopo il sit-in in piazza, la serata del 4 ottobre è stata dedicata alla presentazione del dossier Ecomafia 2025, con Antonio D’Angelo dell’Ufficio Legalità e Ambiente di Legambiente e Maria José Fava di Libera.
“La tutela dell’ambiente – sottolineano Fabrizio Bal e Veronica Ruberti, coreferenti di Libera Valle d’Aosta – è fondamentale in una regione come la nostra. Il paesaggio che ci circonda va difeso e tutelato: la lotta contro gli ecoreati e i crimini ambientali deve diventare un impegno di tutti i cittadini.”
Le proposte di Libera
Tra i temi al centro della piattaforma nazionale di Libera: riutilizzo sociale dei beni confiscati, diritti per le vittime innocenti delle mafie, contrasto alla corruzione, educazione alla legalità, gioco d’azzardo, tutela dell’ambiente, libertà di informazione e un carcere che rieduchi.
L’associazione chiede scelte politiche concrete, non proclami: norme più efficaci sulla confisca e il riuso dei beni mafiosi, il diritto alla verità nella Costituzione, una legge quadro sul gioco d’azzardo, misure di tutela per chi denuncia e rompe con la criminalità, e l’inserimento nell’ordinamento della direttiva europea sulle querele temerarie.
I numeri della Valle d’Aosta
Libera ha presentato anche i dati sui cosiddetti “reati spia” – indicatori della possibile presenza mafiosa nel tessuto economico e sociale. Nel 2024 in Valle d’Aosta sono stati registrati 780 reati spia, tra cui 17 estorsioni, 8 casi di riciclaggio, 703 truffe e frodi informatiche e 52 delitti informatici.
“A fronte dell’aggravarsi della corruzione – sottolineano i referenti – assistiamo a un progressivo allentamento dei controlli e a un tentativo di smantellare leggi preziose. Si rischia una giustizia a due velocità: rigorosa con gli ultimi, ma disarmata davanti ai colletti bianchi”.
Con il suo viaggio “Fame di verità e giustizia”, Libera ricorda che la legalità non è solo un principio astratto, ma un bene comune da difendere ogni giorno. Anche partendo da un semplice menù, servito in piazza, che chiede a ciascuno di noi di scegliere da che parte stare.














