“Donare non è solo un gesto sanitario, è un atto sociale”, osserva Patrizia Carradore, referente comunicazione del Gruppo Donne FIDAS Valle d’Aosta. Il suo intervento apre l’incontro “Donare è donna”, organizzato sabato 4 ottobre ad Aosta, in occasione della Giornata nazionale del Dono.
Nella sala conferenze della Banca di Credito Cooperativo si respira un clima di partecipazione. Non si parla soltanto di sangue, organi o tessuti: il dono, qui, è inteso come costruzione di legami, come esercizio di fiducia reciproca.
“Il ruolo delle donne è determinante, spesso silenzioso, ma essenziale per diffondere la cultura della solidarietà”, sottolinea Floriana Pretto, vicepresidente nazionale FIDAS.
Il convegno mette in luce proprio questo aspetto: la capacità femminile di rendere la donazione non solo un atto tecnico, ma anche un’esperienza relazionale.
Sul fronte della comunicazione, la parola passa ai giornalisti. “I media possono essere strumento di coinvolgimento, non semplici megafoni”, ricorda Tiziano Trevisan, direttore dell’ufficio stampa dell’Azienda Usl Valle d’Aosta. La collega Francesca Soro aggiunge: “I social sono piazze nuove: qui le donne hanno una presenza forte e possono fare la differenza”.
Ma il dono non resta teoria. È la testimonianza di Serenella Fanti, volontaria della Croce Rossa, a riportare il discorso alla concretezza: “Ogni giorno vedo come un piccolo gesto diventi sostegno vitale per chi ha bisogno”.
Dalla sanità arriva la voce di Silvia Magnani, direttrice delle Malattie infettive dell’ospedale Parini: “La presenza femminile nei reparti e nei ruoli decisionali rafforza la capacità di cura e di innovazione”.
Non mancano prospettive dal mondo accademico e giuridico. La rettrice Manuela Ceretta sottolinea “l’importanza di sensibilizzare i giovani fin dai banchi di scuola”, mentre l’avvocata Maria Paola Roullet ricorda che “anche il diritto può favorire inclusione e solidarietà, soprattutto grazie all’impegno delle professioniste”.
La voce di Rossana Olzer, presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica Valle d’Aosta, si fa testimonianza personale: “Per chi vive una malattia, la donazione è sinonimo di vita”.
“Non celebriamo un rito, apriamo una prospettiva”, conclude Sandra Bovo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Valle d’Aosta e moderatrice della tavola rotonda.
Il messaggio che esce da Aosta è chiaro: il dono non è un atto episodico, ma un investimento collettivo. E le donne, ancora una volta, ne sono le protagoniste silenziose e insostituibili.













