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ATTUALITÀ | 11 agosto 2025, 12:00

Responsabilità politica e partecipazione: la sfida che la Valle d’Aosta deve raccogliere

Un appello a riformare lo statuto regionale per introdurre meccanismi di responsabilità politica senza tradire la libertà di mandato, unito a una riflessione amara sulla crescente astensione elettorale che non può più essere giustificata solo con la sfiducia verso la politica

Responsabilità politica e partecipazione: la sfida che la Valle d’Aosta deve raccogliere

Da tempo si parla di responsabilità politica dei consiglieri regionali in Valle d’Aosta, un tema che tocca il cuore del rapporto tra eletti ed elettori. Proposta recente e interessante arriva da Ettore Vuillermoz, che suggerisce di intervenire sullo statuto regionale pur nel rispetto dell’articolo 67 della Costituzione, per introdurre strumenti che spingano i consiglieri a rispettare il mandato elettorale e il programma politico presentato agli elettori. Non si tratta di vincolare giuridicamente il voto, cosa proibita per legge, ma di mettere in campo strumenti di pressione democratica e trasparenza.

L’idea è chiara: i consiglieri dovrebbero assumersi un impegno politico serio e trasparente, con la pubblicazione di rapporti annuali sull’attività svolta e la possibilità per gli elettori di interagire direttamente con chi li rappresenta. Ancora, i gruppi consiliari potrebbero adottare codici etici con sanzioni politiche interne, come l’esclusione dal gruppo in caso di incoerenza grave rispetto agli impegni elettorali. Infine, una Commissione per la Responsabilità Politica, di natura consultiva, potrebbe valutare la coerenza tra azioni e promesse elettorali.

Questa proposta, ben lontana dall’essere una limitazione della libertà di voto dei consiglieri, rappresenta un tentativo serio di restituire dignità e trasparenza alla politica valdostana, valorizzando la responsabilità come elemento centrale.

Ma tutto questo ha un senso solo se il pubblico, i cittadini, tornano a partecipare e a votare con consapevolezza. E qui la riflessione diventa più amara. Spesso si dà colpa alla politica per l’astensione crescente, come fosse una scusa comoda per non andare alle urne. Io, che non sono certo tenero con la politica, trovo inaccettabile che si rinunci a votare per pigrizia o per lavarsi la coscienza con un «tanto sono tutti uguali».

La sfiducia verso la politica è reale e giustificata, ma ignorare le urne non è la risposta. La partecipazione è il primo passo per cambiare davvero, per richiedere quella trasparenza e responsabilità che oggi mancano. Senza cittadini attivi e vigili, ogni tentativo di riforma rischia di restare una vuota dichiarazione d’intenti.

È tempo che la Valle d’Aosta si dia una scossa: una politica più responsabile ha bisogno di cittadini altrettanto responsabili, capaci di distinguere tra critiche legittime e semplici scuse per restare a casa. Solo così potremo sperare in un futuro dove rappresentanti e rappresentati camminano insieme, e non su binari paralleli che non si incontrano mai.

Vittore Lume-Rezoli

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