E in occasione della Giornata della Santificazione Sacerdotale che si celebra nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, arriva un Messaggio di papa Leone XIV ai sacerdoti.
L’incipit, sul “Cuore di Cristo, trafitto per amore” che “è la carne viva e vivificante, che accoglie ciascuno di noi, trasformandoci a immagine del Buon Pastore. È lì che si comprende la vera identità del nostro ministero: ardenti della misericordia di Dio, siamo testimoni gioiosi del suo amore che guarisce, accompagna e redime” scrive papa Leone XIV. E poi, continua: “La festa odierna rinnova dunque nei nostri cuori la chiamata al dono totale di noi stessi a servizio del popolo santo di Dio. Questa missione inizia con la preghiera e continua nell’unione con il Signore, che ravviva continuamente in noi il suo dono: la santa vocazione al sacerdozio”.
Cita poi, come sempre, sant’Agostino. E’ importante, sempre, fare memoria del sacerdozio: “Solo facendo memoria viviamo e facciamo rivivere quanto il Signore ci ha consegnato, chiedendo di tramandarlo a nostra volta nel suo nome. La memoria unifica i nostri cuori nel Cuore di Cristo e la nostra vita nella vita di Cristo, sicché diventiamo capaci di portare al popolo santo di Dio la Parola e i Sacramenti della salvezza, per un mondo riconciliato nell’amore”.
Nel Cuore di Gesù, “la nostra vera umanità di figli di Dio e di fratelli tra noi”, precisa il pontefice. E, infine, un “invito” che il pontefice definisce “impellente”: “Siate costruttori di unità e di pace!” soprattutto in un mondo in cui sono presenti “tensioni crescenti, anche all’interno delle famiglie e delle comunità ecclesiali": il sacerdote, infatti, “è chiamato a promuovere la riconciliazione e generare comunione” precisa sempre il pontefice.
Cosa vuol dire essere, dunque, sacerdoti? Papa Leone spiega: “Essere costruttori di unità e di pace significa essere pastori capaci di discernimento, abili nell’arte di comporre i frammenti di vita che ci vengono affidati, per aiutare le persone a trovare la luce del Vangelo dentro i travagli dell’esistenza; significa essere saggi lettori della realtà, andando oltre le emozioni del momento, le paure e le mode; significa offrire proposte pastorali che generano e rigenerano alla fede costruendo relazioni buone, legami solidali, comunità in cui brilla lo stile della fraternità”.
In fine, l’invito a rinnovare, proprio oggi, il “sì” a Dio e “al suo Popolo santo. Lasciatevi plasmare dalla grazia, custodite il fuoco Spirito ricevuto nell’Ordinazione affinché, uniti a Lui, possiate essere sacramento dell’amore di Gesù nel mondo. Non abbiate timore della vostra fragilità: il Signore non cerca infatti sacerdoti perfetti, ma cuori umili, disponibili alla conversione e pronti ad amare come Lui stesso ci ha amato”. Un riferimento, poi, al Giubileo “che ci invita ad essere pellegrini di speranza, il nostro ministero sarà tanto più fecondo quanto più sarà radicato nella preghiera, nel perdono, nella vicinanza ai poveri, alle famiglie, ai giovani in cerca di verità. Non dimenticate: un sacerdote santo fa fiorire la santità attorno a sé”.