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CRONACA | 18 giugno 2025, 09:30

Strada verso il futuro (e verso il Nivolet): meno motori, più montagna

Regolamentazione in arrivo per la SP50: firmato il verbale tecnico. Il 21 giugno chiusura per la Biking Gal

Foto archivio Filippo Cravero

Foto archivio Filippo Cravero

La montagna, per essere davvero accessibile a tutti, non ha bisogno solo di strade, ma di visione. E quella che collega Ceresole Reale al Colle del Nivolet, la Strada Provinciale 50, è una delle più spettacolari — e fragili — dell’arco alpino. Proprio per questo, non può più essere lasciata in balìa del traffico estivo, dei parcheggi improvvisati, degli ingorghi in quota.

Una risposta concreta arriva dalla Commissione tecnica istituita dal Parco Nazionale Gran Paradiso, che ha recentemente approvato un primo passo verso la regolamentazione degli accessi: tutti i membri – Città Metropolitana di Torino, Regione Valle d’Aosta, Comuni di Ceresole Reale e di Valsavarenche – hanno firmato il verbale della riunione del 15 maggio.

Il progetto, che punta a introdurre una Carta dei servizi per accedere al Colle nei periodi di maggiore affluenza, prevede limitazioni al traffico motorizzato e una serie di servizi a corredo: parcheggio, visite guidate, informazioni, logistica. Un modo per passare dalla logica del “via libera a tutti” a quella del “accedi meglio, vivi meglio”.

Un primo assaggio lo si avrà sabato 21 giugno, con la consueta Biking Gal, evento dedicato alla mobilità dolce: dalle 9.00 alle 15.00 la SP50 sarà chiusa ai veicoli a motore, e il colle sarà tutto per ciclisti, camminatori e amanti del silenzio alpino. Oltre 300 le adesioni già registrate.

Ma il vero cambiamento dovrebbe scattare in via sperimentale nei due fine settimana finali di luglio e dal 2 al 31 agosto, quando la SP50 sarà regolata da un accesso contingentato con acquisto preventivo della Carta dei servizi. Un’idea sostenuta da più parti e ora oggetto di una bozza di Accordo quadro di collaborazione che il Parco ha trasmesso oggi stesso agli enti coinvolti.

I dettagli restano da definire, e non mancano – come sempre – le criticità logistiche e politiche. Ma la direzione è tracciata. E se davvero si riuscirà a partire già da questa estate, sarà un segnale forte: che la montagna non è un’autostrada, ma un patrimonio fragile da condividere con rispetto.

pi/red

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