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Aosta Capitale | 06 giugno 2025, 11:48

Cittadini impotenti e inquilini provvisori al Hôtel de Ville indifferenti

Tra multe non notificate, sanzioni raddoppiate e silenzi imbarazzanti, l’Amministrazione comunale di Aosta si nasconde dietro l’incompetenza burocratica. Le associazioni dei consumatori chiedono trasparenza. Ma al Municipio regna l’indifferenza, salvo un inascoltato ordine del giorno approvato dal Consiglio

Cittadini impotenti e inquilini provvisori al Hôtel de Ville indifferenti

Ci sono multe. Ci sono sanzioni. E poi ci sono i cittadini, quelli veri, quelli che ogni giorno si svegliano, lavorano, pagano. Anche le multe, quando vengono notificate. Ma ad Aosta è accaduto qualcosa che ha dell’incredibile: centinaia, forse centinaia di cittadini si sono ritrovati a pagare il doppio, il triplo, senza nemmeno sapere il perché. O meglio, il perché è uno solo: le multe non sono state notificate. O almeno, non nel modo corretto. L'azienda che ha in appalto la gestione del serivizio non ha una sede in Valle ed i 'multati' dovrebbero, con tutte le difficoltà del caso destreggiarsi tra improbabili collegamenti online.

Nel frattempo, però, all’Hôtel de Ville si continua a far finta di nulla. Inquilini provvisori, con le valigie del disinteresse già pronte visto che a settembre si rinnova il Consiglio, restano asserragliati nei loro uffici climatizzati mentre fuori si alza un’ondata di indignazione popolare. Altro che “capitale dell’autonomia”. Qui siamo alla periferia dell’irresponsabilità.

Il caso è noto: l’affidamento della gestione delle notifiche alla società SEND ha generato un caos che si misura in euro e in ingiustizie. Federconsumatori e AVUC lo dicono da tempo, con forza e pazienza finita: servono dati certi, numeri veri, cronologie documentate. Da quando è partito l’accordo con SEND? Quante multe sono state emesse nei 12 mesi di gestione? Quante notifiche sono andate a buon fine? E quante, invece, si sono perse nel nulla, facendo lievitare gli importi per colpe non dei cittadini ma del sistema stesso?

Domande legittime, banali persino. Eppure, dal Comune: silenzio. Un silenzio roboante, “da far saltare i timpani”, come direbbe qualcuno. Lo stesso silenzio che circonda l’annuncio, ormai fossile, della vice sindaca Josette Borre che mesi fa si disse interessata alla vicenda. Da allora, nulla. Forse ha cambiato idea, forse ha cambiato ufficio. Di certo ha cambiato argomento.

E i Consiglieri comunali? Boh. Si limitano a fare da tappezzeria, evitando accuratamente di mettere le mani in questo vespaio. Troppo rischioso prendere posizione, meglio il silenzio tattico. E i cittadini? Loro pagano. Pagano per non finire in lungaggini legali, pagano per disperazione, pagano per evitare di perdere tempo e soldi in ricorsi che potrebbero costare più della multa stessa. Pagano multe raddoppiate senza aver mai visto il primo avviso.

In tutto questo, qualcuno si è chiesto chi consegnava le notifiche prima dell’accordo con SEND, e chi le sta consegnando nel 2024. È così difficile avere trasparenza? Evidentemente sì, visto che l’Amministrazione comunale non solo ha il dovere di vigilare, ma dovrebbe anche assicurarsi che gli incarichi affidati rispettino la legge, oltre che il buon senso.

Ci sarebbe voluto poco, pochissimo, a dimostrare un minimo di rispetto per i cittadini: per esempio, concedere la possibilità di pagare le multe come se fossero state notificate regolarmente, applicando la riduzione prevista nei primi 5 giorni. E invece no. Si è scelta la linea dura, quella dell’indifferenza. Chi paga, paga tutto. Anche se non ha colpa.

Questa vicenda vergognosa crea l’ennesima frattura tra istituzioni e popolazione. È l’ennesimo segnale di uno scollamento totale tra chi governa e chi è governato. E sì, c’è chi lo pensa – e lo dice sottovoce – che tutta questa confusione sulle notifiche sia un modo mascherato per “fare cassa”.

A questo punto, verrebbe quasi da chiedere al sindaco di Aosta di farsi un giro a Saint-Christophe, dove il primo cittadino ha deciso di sospendere gli autovelox per vizi normativi e ha avuto l’ardire – udite udite – di dire pubblicamente: “Non voglio fare cassa”. Parole sante in un’epoca di aridità amministrativa.

Le vicende sono diverse, certo, ma il meccanismo è lo stesso: le persone non fanno ricorso perché costa troppo, e quindi pagano. Anche quando non dovrebbero. Anche quando hanno ragione.

In un contesto dove la politica si allontana sempre più dalla vita reale, chiedere scusa sarebbe un gesto rivoluzionario, ma anche semplicemente onesto. Ammettere che qualcosa è andato storto, rimediare, ridare fiducia ai cittadini: basterebbe questo. Ma ad Aosta, pare, si preferisce aspettare le sentenze dei tribunali, dove i singoli, se hanno fortuna e soldi, forse saranno tutelati. Gli altri? Amen.

In tutto questo, all’Hôtel de Ville si resta muti. Impotenti? No. Solo indifferenti. E il conto, come sempre, lo pagano gli aostani. Salato.

pi.mi.

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