La patata valdostana è un tesoro delle terre di montagna, un prodotto che racchiude in sé il sapore autentico e la tradizione di un territorio unico. Le sue caratteristiche organolettiche sono il frutto di un ambiente che, pur nella sua durezza, offre alle coltivazioni condizioni particolari che si riflettono nel gusto e nella consistenza del tubero.
La varietà della patata di montagna è sorprendente: ogni tipo di patata valdostana si distingue per la propria versatilità, il sapore delicato e la consistenza perfetta per essere impiegata in molteplici preparazioni culinarie.
La patata Bernina, ad esempio, è una varietà che si adatta bene alle alte altitudini, ed è nota per la sua consistenza farinosa, ideale per la preparazione di purè e gnocchi. La Corinna, una varietà precoce, si distingue per il suo sapore dolce e la capacità di essere cucinata in tempi brevi, rendendola adatta a piatti rapidi ma gustosi. La Jelly, più ricca di amido, si presta perfettamente per preparazioni come gnocchi e, grazie alla sua resistenza al calore, è ottima anche per la cottura al forno.
Non da meno la patata Larissa e la Marlie, che si contraddistinguono per la loro consistenza compatta e la capacità di mantenere intatto il sapore anche dopo la cottura, e la patata Bleuet, una varietà viola particolarmente apprezzata per la sua versatilità e per la peculiarità di non cambiare colore durante la cottura, mantenendo così una bellezza visiva che arricchisce qualsiasi piatto.
Queste diverse varietà di patate, ognuna con la propria identità, sono il frutto di un lavoro attento che considera il territorio valdostano, con le sue particolari condizioni climatiche e i suoi terreni ricchi di minerali. Come ha sottolineato Anna Cantelmi di Europlant, la fatica del lavoro degli agricoltori è proprio quella di scegliere le varietà più adatte a ogni angolo di montagna, tenendo conto delle differenze climatiche, del terreno e delle tradizioni alimentari locali.
L’incontro organizzato il 26 novembre dall’Institut Agricole Régional (IAR) e dal Consorzio Orto Vda, che riunisce giovani orticoltori valdostani, ha avuto l’obiettivo di valorizzare queste varietà, far conoscere le loro caratteristiche e sensibilizzare i professionisti della ristorazione e della distribuzione sulla qualità della patata di montagna. La degustazione, che ha visto protagonisti i piatti cucinati dallo chef Danilo Salerno, ha permesso ai partecipanti di assaporare direttamente il risultato di questa filiera corta che porta il prodotto direttamente dalla terra alla tavola.
Il ruolo delle patate in Valle d’Aosta non è solo quello di un alimento di qualità, ma rappresenta anche una risorsa economica fondamentale per l’agricoltura di montagna. La coltivazione di patate offre infatti agli agricoltori un reddito aggiuntivo che si inserisce in un contesto agricolo caratterizzato da sfide legate al clima e alla morfologia del territorio. La patata, grazie alle sue diverse varietà, offre un’opportunità di diversificazione che consente agli agricoltori di valorizzare i propri terreni, incrementando la produzione e amplificando la possibilità di vendita diretta o tramite la ristorazione.
La continua ricerca condotta dall’IAR, come spiegato dalla ricercatrice Francesca Madormo, è fondamentale per testare l’adattabilità delle nuove varietà alle condizioni valdostane, in modo da offrire agli agricoltori le migliori opzioni di coltivazione per ottenere tuberi di alta qualità e con caratteristiche uniche. L'innovazione nella ricerca, unita alla tradizione di coltivazione, permette di portare avanti un modello agricolo che non solo promuove la qualità dei prodotti, ma supporta anche l'economia locale.
Alessandro Neyroz
In un contesto più ampio, questo incontro ha messo in luce l’importanza di una filiera che coinvolge non solo gli agricoltori ma anche la ristorazione e la grande distribuzione. La promozione della patata di montagna come prodotto di nicchia e di qualità rappresenta un passo importante per un’agricoltura montana che cerca di rimanere competitiva e sostenibile. La valorizzazione di queste coltivazioni permette infatti di tutelare il paesaggio agricolo e le tradizioni locali, rendendo al contempo possibile una nuova fonte di reddito per chi vive e lavora in montagna.