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CULTURA | 04 agosto 2024, 13:04

Resistenza e Memoria: Un'occasione imperdibile in Val Germanasca

Domenica 11 agosto 2024, il Gruppo Teatro Angrogna presenta "Siamo sempre sotto processo: storie di antifasciste di ieri e di oggi" nell'antico Tempio Valdese di Maniglia di Perrero. L’ingresso gratuito e la cornice dei monti offriranno un’occasione unica per riflettere sulla resistenza attraverso il teatro

Resistenza e Memoria: Un'occasione imperdibile in Val Germanasca

Il Gruppo Teatro Angrogna si prepara a un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di teatro e storia. Domenica 11 agosto 2024, l'antico Tempio Valdese di Maniglia di Perrero, immerso nella suggestiva Val Germanasca (TO), accoglierà una rappresentazione che promette di essere tanto emozionante quanto riflessiva.

La compagnia, rinomata per le sue interpretazioni che uniscono profondità storica e impegno civile, porterà in scena "Siamo sempre sotto processo: storie di antifasciste di ieri e di oggi". Questo spettacolo si propone di esplorare e rendere omaggio alle figure di donne che hanno lottato contro le dittature e le oppressioni di ogni epoca. La tematica, purtroppo sempre attuale, sottolinea come, nonostante i cambiamenti dei tempi, le lotte per la libertà e la giustizia rimangano cruciali.

Il Tempio Valdese, con la sua atmosfera carica di storia e tradizione, rappresenta il palcoscenico ideale per un'opera che si interroga sulle ombre e le luci della resistenza. L'ingresso sarà gratuito e aperto a tutti, offrendo un'opportunità unica per riflettere sulla storia e le sue lezioni, immersi nella frescura e nella bellezza dei monti.

Un evento da non perdere che celebra il coraggio e la determinazione, ricordandoci che le battaglie per la libertà non sono mai davvero concluse. Un'occasione per condividere insieme un momento di cultura e impegno.

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Lo spettacolo porta in scena la vicenda di 4 donne che, in tempi diversi, sono finite sotto processo per antifascismo.

Si inizia con due delle operaie della filatura Mazzonis in Val Pellice, che al termine dell' occupazione dello stabilimento (la prima in Italia) vennero successivamente condannate, c'erano già i fascisti al governo,  per aver aggredito le crumire assunte dal padrone per contrastare il lungo sciopero (48 giorni) che aveva preceduto. l'occupazione stessa.

E' poi la volta di "Cita", l' operaia di uno stabilimento torinese finita davanti al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato nel 1943 per aver cantato una versione ritenuta oscena di "Giovinezza". Assolta, deciderà di salire in montagna per fare la staffetta nelle bande partigiane.

Mamma Togni, già attivista durante la lotta contro i  fascisti ai tempi della Repubblica di Salò, nella terza storia si oppone ad un comizio del Movimento Sociale Italiano di Almirante negli anni Sessanta  e viene arrestata, spiegando al commissario che la interroga che la Resistenza non è finita.

La conclusione è con la vicenda di Ilaria Salis, antifascista militante costretta per 466 giorni in un carcere ungherese di massima sicurezza per aver fatto a botte con alcuni neonazisti locali, ora deputata al Parlamento Europeo nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra, ma la cui vicenda processuale è lungi dall'essere conclusa.

Le 4 storie dimostrano la necessità di vigilare sui rigurgiti odierni del fascismo che è stata, checché ne dicano l' attuale presidente del senato e la presidente del Consiglio dei ministri, una dittatura sanguinosa, criminale e criminogena 



pi/edmo

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