Le campagne di monitoraggio condotte dall'Agenzia per l'Ambiente della Valle d'Aosta (Arpa VdA) hanno rivelato accumuli nevosi eccezionali sui ghiacciai valdostani al termine della stagione invernale 2023/24. Le misurazioni, effettuate sul ghiacciaio del Rutor e sul ghiacciaio del Timorion, hanno mostrato dati sorprendenti, con valori che si collocano ai massimi storici degli ultimi due decenni.
La prima fase del monitoraggio ha coinvolto la misura degli accumuli nevosi, conclusasi il 28 maggio sul ghiacciaio del Rutor e il 30 maggio sul ghiacciaio del Timorion. La stagione invernale 2023/24 si è rivelata particolarmente ricca di precipitazioni, concentrate nel tardo inverno e inizio primavera. Dopo un inizio dell'anno caratterizzato da temperature superiori alla media, i mesi di aprile e maggio hanno visto un calo delle temperature, favorendo la conservazione del manto nevoso fino alla fine di maggio.
Sul ghiacciaio del Timorion, l'accumulo di acqua nella neve è stato tre volte superiore a quello registrato nella stagione 2022/23, raggiungendo il valore massimo della serie storica iniziata nel 2001. Le misurazioni hanno rilevato spessori nevosi variabili tra 315 e 650 cm nella zona di accumulo e tra 190 e 400 cm nelle quote inferiori. La densità media della neve è stata di 426 kg/m³, corrispondente a un accumulo specifico di 1.800 mm di equivalente d'acqua.
Misurazione altezza neve al Rutor
Le trincee nivologiche hanno messo in evidenza la presenza di ripetuti strati contenenti sabbia proveniente dalle aree sahariane. Questi strati, quando riappaiono in superficie, assorbono più luce e accelerano il tasso di fusione della neve, incrementando i deflussi superficiali. Il rilevamento annuale dell'accumulo è stato effettuato in collaborazione con il Corpo di Sorveglianza del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Per quanto riguarda il ghiacciaio del Rutor, la stagione 2023/24 si posiziona al secondo posto per abbondanza di massa negli ultimi vent'anni. Le misurazioni manuali e geofisiche hanno rilevato un accumulo medio di 472 cm, con punte massime superiori ai 600 cm. La densità media del manto nevoso è stata di 455 kg/m³, con un accumulo specifico pari a 2.092 mm di equivalente d'acqua. Anche in questo caso, la misurazione ha coinvolto tecniche tradizionali e innovative, come il Ground Penetrating Radar (GPR), condotte dal Dipartimento DIATI del Politecnico di Torino.
Questi risultati evidenziano come la stagione invernale appena trascorsa abbia portato un apporto nevoso uniforme e abbondante sui due ghiacciai, rompendo la consueta differenza dovuta alla loro posizione geografica. Tale uniformità potrebbe essere dovuta a un cambiamento nelle dinamiche delle perturbazioni atmosferiche, rendendo necessarie ulteriori indagini per comprendere appieno i fenomeni in atto.
Le campagne di monitoraggio dell'Arpa VdA hanno fornito dati cruciali per la comprensione delle dinamiche glaciali e per la gestione delle risorse idriche regionali. Gli abbondanti accumuli nevosi registrati sui ghiacciai valdostani rappresentano un importante indicatore delle condizioni climatiche e atmosferiche, e sottolineano l'importanza di monitoraggi costanti e accurati per affrontare le sfide ambientali future.