I movimenti autonomisti valdostani, storicamente impegnati nella difesa dell'autonomia regionale, hanno annunciato la loro decisione di portare davanti alla Corte Costituzionale la questione dell'incostituzionalità della vigente normativa sulle elezioni del Parlamento europeo.
La scelta di farlo al termine della campagna elettorale europea non è casuale. Dopo un' elezione senza una lista o un candidato autonomista, l'amarezza e la delusione sono palpabili. I rappresentanti dei gruppi consiliari, consapevoli dell'importanza della rappresentanza valdostana in Europa, hanno così deciso di rivolgersi al costituzionalista Giovanni Guzzetta per ottenere un parere autorevole.
"La legge elettorale vigente, sin dal 1979, lede i diritti dei valdostani," affermano i leader autonomisti. Questo è un punto cruciale che il Professor Guzzetta ha sottolineato nel suo studio, evidenziando come i meccanismi attuali non garantiscano una reale possibilità per la Valle d'Aosta di eleggere un proprio eurodeputato. Una situazione che i movimenti politici locali, in vista della tanto attesa réunification, ritengono intollerabile e che intendono sanare attraverso vie giudiziarie.
È chiaro che la mancanza di rappresentanza al Parlamento europeo è una ferita aperta per la comunità valdostana, un "vulnus per la nostra comunità" che necessita di essere sanato. Nonostante i numerosi tentativi dei parlamentari valdostani e del Consiglio Valle di modificare la legge elettorale negli ultimi 45 anni, nulla è cambiato, per colpa, come viene ribadito, dei "partiti nazionali succedutisi al governo". Fino ad oggi solo Luciano Cabveri è stato eletto nel Parlamento Europeo.
Guardando avanti, verso le elezioni europee del 2029, c'è una forte determinazione a non ripetere gli errori del passato. Se da un lato il comunicato è un atto di accusa verso il sistema attuale e i suoi fallimenti, dall'altro rappresenta anche un'opportunità per i movimenti autonomisti di riorganizzarsi e prepararsi meglio per il futuro. "Quanto è stato pensiamo alle prossime elezioni europee del 2029," potrebbe essere lo slogan che riassume questa volontà di riscatto.
Nel breve termine, l'obiettivo immediato è ottenere un pronunciamento favorevole dalla Corte Costituzionale. "Avvieremo subito dopo il voto un percorso che ci auguriamo consenta alla Corte Costituzionale di esprimersi, assicurando alla Regione un pieno diritto di rappresentanza presso il Parlamento europeo," affermano con decisione i rappresentanti autonomisti. Questa iniziativa rappresenta una speranza concreta di cambiare le cose, di ottenere finalmente quel riconoscimento che la Valle d'Aosta merita.
Sebbene il mancato successo nella presentazione di una lista o di un candidato autonomista alle attuali elezioni europee sia un fatto negativo, non deve essere motivo di scoraggiamento. Al contrario, deve spingere i movimenti autonomisti a riflettere sulle strategie future e a rafforzare il loro impegno solidarizzando con i movimenti autonomisti delle altre regioni italiane
La battaglia per la rappresentanza europea della Valle d'Aosta continua, e con essa la lotta per il riconoscimento dei diritti di una regione che ha sempre fatto dell'autonomia la sua bandiera.