Nel suo discorso di inizio anno al corpo diplomatico, Papa Francesco ha chiesto un bando universale della maternità surrogata. Non è dunque un caso che monsignor Wachowski, sottosegretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, abbia partecipato alla conferenza sulla Dichiarazione di Casablanca, il primo strumento legale che chiede un bando della maternità surrogata. Una delegazione di organizzatori è stata anche incontrata dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, il 3 aprile.
La mattina del 4 aprile, i membri della piattaforma – il presidente della FAFCE Vincenzo Bassi, il professor Sofia Maruri, il coordinatore della Dichiarazione di Casablanca Bernard Garcia Larrain e la portavoce della Dichiarazione Olivia Maurel – hanno incontro Papa Francesco. Questi ha ricordato loro l’importanza della gioia e del buon umore in tutte le circostanze, specialmente in questa difficile campagna per l’abolizione della maternità surrogata, hanno detto i partecipanti all’incontro.
Altre notizie. Dall’1 al 4 aprile, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher è stato a Panama, per celebrare i cento anni di relazioni diplomatiche con il Paese dell’istmo. A Pasqua, il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha incontrato i leader cristiani della nazione. Diversi sono stati gli interventi della Santa Sede negli organismi multilaterali.
FOCUS MATERNITÀ SURROGATA
La Santa Sede chiede un lavoro trasversale
La lotta alla maternità surrogata non è una questione solo cattolica, ma una battaglia di buon senso, che deve coinvolgere tutti gli uomini di buona volontà. Lo ha sottolineato monsignor Miroslaw Wachowski, sottosegretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, intervenendo il 5 aprile alla Conferenza Internazionale per l’Abolizione della Maternità Surrogata.
La Conferenza, che riunisce esperti e politici da tutto il mondo, ha l’obiettivo di implementare la Dichiarazione di Casablanca, primo strumento giuridico internazionale che punta al bando della pratica della maternità surrogata. Papa Francesco ha sostenuto la necessità di un bando internazionale della pratica nel suo discorso di inizio anno agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede.
Nel chiedere di farne una battaglia di civiltà, e non solo una battaglia cattolica, monsignor Wachowski aveva certamente in mente che la piattaforma di Casablanca include leader di tutte le confessioni religiose e anche senza alcun riferimento religioso, e riesce a mettere insieme esponenti cattolici e attiviste femministe, che hanno motivi diversi nel loro obiettivo comune.
Nel suo intervento, monsignor Wachowski ha notato che “il cuore del problema della maternità surrogata è la mercificazione della persona con la conseguente violazione della sua dignità”.
Il diplomatico vaticano ha notato che oggi il corpo e la dignità biologica sono posti su un piano secondario e soggiogai a qualsiasi desiderio della volontà, e questo si riflette sia nel dibattito sulla fecondazione in vitro (“che aveva già vari conflitti etici”) e ora nel conseguente dibattito sulla maternità surrogata, dove prevale “la logica produttiva” che deve “corrispondere alle aspettative di chi ha ordinato una vita umana”, spingendo così la vita umana “nelle categorie della produzione”.
La vita umana, già “reificata”, per dirla con il filosofo Jurgen Habermas, nel momento della scelta degli embrioni per la fecondazione in vitro, ora vede una ulteriore evoluzione laddove “la genitorialità fisica viene separata da quella sociale”.
Non solo. La maternità surrogata lascia pensare che “il corpo della donna sia un fattore sostituibile, quando esistono azioni umane in cui nessuno è sostituibile, come un rapporto sessuale”. Monsignor Wachowski ha denunciato che “la maternità è un processo esistenziale, spirituale e corporale” e per questo “trasformare la procreazione in una forma di produzione è la deriva dell’umano verso il post-umano”, cosicché “l’uomo, svuotato dal significato antropologico, diventa malleabile”.
Nella maternità surrogata, continua il numero quattro della Segreteria di Stato vaticana, un bambino “nasce senza padre e senza madre” e deve “integrare nella sua biografia personale tre o quattro genitori”, mentre “la donna sottopone il proprio corpo alla decisione dei committenti e delle agenzie”, perdendo autonomia mentre “altri decidono delle modalità della sua vita”.
In conclusione, monsignor Wachowski ha sottolineato che è “importante non dare l’impressione che questa sia una battaglia dei cattolici: è una battaglia di civiltà cui devono aderire persone di estrazione fede e origine diverse – tutte le persone di buona volontà – anche perché per raggiungere un divieto internazionale serve una intesa larga”. E ha detto che è anche “importante non disdegnare piccoli passi, sono utili singoli cambiamenti amministrativi che ostacolino maternità surrogata”.
La piattaforma della conferenza incontra il Cardinale Parolin
Il 3 aprile, alcuni dei membri che hanno contribuito ad organizzare la conferenza per l’abolizione della maternità surrogata hanno avuto un incontro privato con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano. L’incontro testimonia l’estrema attenzione che la Santa Sede sta dando oggi al tema della maternità surrogata.
Hanno partecipato all’incontro: Vincenzo Bassi, presidente della Federazione della Associazioni Familiari in Europa (FAFCE), insieme a Nicola Speranza, segretario generale, a Teresa Gerns, policy officer, e a Mark Montegriffo, che cura la comunicazione della Federazione; Carla Di Lello, dell’Associazione Giuristi Cattolici; Sofia Maruri, dell’Università di Montevideo; Olivia Maurel, portavoce della Dichiarazione di Casablanca; Bernard Garcia, coordinatore della Dichiarazione di Casablanca; Bettina Rosko, avvocato dell’ufficio legale di ADF International di Ginevra.