Di Marco Mancini
Dopo aver sospeso l’attività nella giornata di ieri per una leggera influenza, stamane il Papa si è affacciato regolarmente dalla finestra del Palazzo Apostolico per la consueta recita dell’Angelus.
La Trasfigurazione ci indica – ha spiegato Francesco – che “la luce che è Gesù. E da questa luce i discepoli non dovranno mai più staccare gli occhi, specialmente nei momenti di prova, come quelli ormai vicini della Passione. Non staccare mai gli occhi dalla luce di Gesù”.
Noi – ha aggiunto – dobbiamo “tenere sempre davanti agli occhi il volto luminoso di Gesù. Apriamoci alla luce di Gesù! Lui è amore e vita senza fine. Lungo i sentieri dell’esistenza, a volte tortuosi, cerchiamo il suo volto, pieno di misericordia, di fedeltà, di speranza. Ci aiutano a farlo la preghiera, l’ascolto della Parola, i Sacramenti”.
Per questa Quaresima il Papa propone di “coltivare sguardi aperti, diventare cercatori di luce, cercatori della luce di Gesù nella preghiera e nelle persone”.
Dopo aver recitato la preghiera mariana il Papa ha ricordato “con dolore il secondo anniversario dell'inizio della guerra su vasta scala in Ucraina: quante vittime, feriti, distruzioni, angustie, lacrime in un periodo che sta diventando terribilmente lungo e di cui non si intravede ancora la fine. E’ una guerra che non solo sta devastando quella regione d'Europa ma che scatena un'ondata globale di paura e odio. Mentre rinnovo il mio vivissimo affetto al martoriato popolo ucraino e prego per tutti - in particolare per le numerosissime vittime innocenti - supplico che si ritrovi quel po’ di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura. Non dimentichiamoci di pregare per la Palestina, per Israele. Pensiamo ai bambini feriti innocenti”.
Il pensiero del Pontefice si è poi spostato sull’Africa e sulla Mongolia. “Seguo con preoccupazione l'aumento delle violenze nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo: mi unisco all'invito dei vescovi a pregare per la pace, auspicando la cessazione degli scontri e la ricerca di un dialogo sincero e costruttivo. Destano apprensione i sempre più frequenti rapimenti che si verificano in Nigeria. Esprimo al popolo nigeriano la vicinanza e la preghiera auspicando che ci si impegni affinché il dilagare di questi episodi sia arginato il più possibile. Sono vicino – ha concluso il Papa - alla popolazione della Mongolia colpita da un'ondata di freddo intenso che sta provocando gravi conseguenze umanitarie. Anche questo fenomeno estremo è un segno del cambiamento climatico che è un problema sociale globale”.