Nell’anno appena concluso la direttrice artistica del MAV - Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione Nurye Donatoni ha realizzato un lavoro di mappatura dei saperi artigianali rari e in sparizione su tutto il territorio nazionale. L’indagine è nata per volontà della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte di Milano che da anni è impegnata nella valorizzazione e trasmissione dell’artigianato d’eccellenza e della sua bellezza. La Fondazione, diretta da Alberto Cavalli, ha intrapreso questo percorso ispirandosi alla Red List of Endangered Crafts, una lista degli artigianati in pericolo di estinzione, realizzata nel Regno Unito dall’Heritage Crafts.
Questo lavoro è stato possibile grazie ad una convenzione tra la Fondazione Cologni e l’IVAT – Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition, ente strumentale della Regione, che ha permesso il distacco dal museo di Fénis di una risorsa. La conoscenza delle manualità rare presenti sul territorio nazionale offre alla regione Valle d’Aosta l’opportunità di creare reti con altre realtà artigianali e di farsi promotrice di nuove politiche per la salvaguardia dei saperi artigianali delle identità territoriali.
Nurye Donatoni con un maestro liutaio e ebanista
Il lavoro di indagine è durato un anno, da gennaio a dicembre, nel quale Nurye Donatoni ha attraversato l’Italia da Nord a Sud per conoscere e intervistare, bottega dopo bottega, oltre ottanta artigiani che rappresentano l’“artigianato raro o a rischio di sparizione”. Rientrano nella categoria solo i mestieri tradizionali d’eccellenza, praticati da più generazioni oppure appresi dopo una formazione presso un anziano maestro e caratterizzati da grande abilità manuale e dalla profonda conoscenza di materiali, forme e tecniche tradizionali che a causa di trasformazioni sociali, culturali e di mercato rischiano di scomparire.
“Quest’anno in giro per l’Italia mi ha permesso di incontrare le eccellenze artigiane del territorio e comprendere quanto esse siano rappresentative delle identità territoriali e delle sue peculiarità. La forza è comprendere che la qualità e la manualità si possono tramandare di generazione in generazione e che gli oggetti fatti bene hanno un futuro.” – commenta Nurye Donatoni - “Ciò che mi ha colpito è che la bellezza del fare artigianato non ha luogo e non ha tempo. Dobbiamo perseverare nella ricerca di un artigianato di qualità, carico di valore e di identità, senza svalutare il nostro artigianato. L’Italia ha una grandissima qualità e varietà di saperi artigianali per materiali, forme e modalità di lavorazione. Dopo questo progetto ho una nuova visione della bellezza, dell’artigianato e delle sue enormi potenzialità. Ciò che accumuna tutti gli artigiani d’Italia sono la passione, la determinazione, la manualità e la reiterazione dei gesti. Ed è questa unicità, che solo l’artigianato ha, che dobbiamo valorizzare.”