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Governo Valdostano | 15 febbraio 2024, 14:21

Caveri si scaglia contro la politica degli esposti in Procura

Il clima politico incandescente ha spinto Caveri a denunciare il deterioramento del dibattito democratico, caratterizzato da accuse strumentali e pretestuose, volte principalmente a ledere la reputazione degli altri e a minare la loro credibilità

Caveri si scaglia contro la politica degli esposti in Procura

L'ampio dibattito politico sull'ampliamento dell'ospedale a Aosta sembra essersi ingigantito, con alcuni attori che utilizzano denunce presso le varie autorità giudiziarie come una sorta di arma nella loro opposizione. Questo è il punto di vista espresso da Luciano Caveri, assessore regionale agli Affari Europei, all'Innovazione, al Pnrr e alle Politiche Nazionali per la Montagna, il quale ha condiviso le sue riflessioni attraverso il suo blog.

Caveri ha apertamente criticato l'approccio di coloro che, a suo avviso, stanno danneggiando la reputazione altrui con accuse prive di fondamento, alimentando così il sospetto e minando la fiducia nell'operato degli altri. Il caso specifico che ha sollevato questa discussione è l'esposto presentato dal comitato civico Vallée Santé presso la Procura di Aosta, la Corte dei Conti e l'ANAC in merito all'ampliamento dell'ospedale Parini. Nonostante la Procura abbia avviato un'indagine, al momento non sono emerse indagini né ipotesi di reato.

Il clima politico incandescente ha spinto Caveri a denunciare il deterioramento del dibattito democratico, caratterizzato da accuse strumentali e pretestuose, volte principalmente a ledere la reputazione degli altri e a minare la loro credibilità. Questo approccio, secondo Caveri, non solo danneggia il tessuto democratico, ma alimenta anche un clima di sospetto e diffidenza reciproca.

Per sostenere il suo punto di vista, Caveri ha citato Giovanni Falcone, evidenziando che la cultura del sospetto non è un percorso verso la verità, ma piuttosto un terreno fertile per la diffamazione e l'accusa infondata. Allo stesso modo, ha richiamato le parole di Giovanni Soriano, sottolineando come l'invidia possa spingere all'utilizzo della calunnia come arma per danneggiare i propri rivali.


pi/red.

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