Gentile Direttore, prendo spunto dal suo ultimo Chez Nous dal titolo Printemps Valdôtain per fare una riflessione su cosa sta succedendo in Valle ed in particolare nel dissociato mondo autonomista. Ma prima mi permetta di ricordare cosa ho letto sul suo giornale annunciando la presentazione di un libro di Mauro Caniggia Nicolotti e Luycca Poggianti dal titolo: “Che senso ha l'autonomia della Valle d'Aosta mondo autonomista”.
Nella presentazione ho letto: “L’autonomia valdostana non rappresenta solamente un fatto contingente del Secondo dopoguerra, ma si inserisce in un percorso storico costante e coerente. Tuttavia, per molti valdostani, l’errore più comune consiste nell’ignorare le ragioni della propria specificità, tanto che il rischio è quello non solo di perdere il particolare sistema amministrativo, ma anche di non preservare più l’identità culturale e linguistica di questa terra, l’”ame du pays”.
Ciò detto mi permetto di dire ai suoi lettori benvenuti nello straordinario circo dell'autonomia valdostana! È come assistere a una partita di ping-pong politico, con Uv, Alliance Valdôtaine, Vallée d'Aoste Unie e l'ultima aggiunta della collezione, Pour l’Autonomie e il suo Printemps Valdôtain. È come se gli autonomisti stessero organizzando una sorta di "concerto della confusione", invitando chiunque abbia ancora una bandierina politica a partecipare al caos. Ah, e chi può dimenticare Stella Alpina, che ha deciso di buttarsi nella mischia? Pare che per loro la parola d'ordine sia: "Non ci piace stare fuori dal giro!". E che dire del neonato Rassemblement Valdôtain, ilcui nomer richiama l'Autonomia ma nei fatti ancora non ha indicato la direzione.
L'effetto di tutto questo? Un labirinto politico che confonde persino chi crede di aver capito il quoziente elettorale. Si dice che questa "reunion" di una fetta degli autonomisti sia come la candeggina che toglie le macchie ostinate. C'è persino chi pensa di fare ritorno nell'Union Valdotaine solo per provare a "sbiancare" le tinte delle casacche indossate dopo essersi scrollati di dosso rosso e nero dell'Union Valdotaine.
Oh, ma non dimentichiamoci di Azione che potrebbe mettere il suo granello di sabbia per rendere il quadro ancora più confuso. Tutto ciò sembra essere meno una discussione politica seria e più uno spettacolo da intrattenimento, con trame incerte e sottotrame che si intrecciano come in un episodio di una telenovela.
Se questo è il tanto reclamato "ritorno alle origini", sembra che le origini siano diventate più sfumate e indistinguibili che mai. Forse il prossimo passo sarà un reality show politico dove gli spettatori potranno votare chi dovrà allearsi con chi. Forse potremmo chiamarlo "Survivor: Politica valdostana"?
Una lettrice
Caro Lettrice, che dire. Grazie per la riflessione ma penso che troppi valdostani pensino più al portafoglio che alle origini della Petite Patri. Pi.Mi.