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ECONOMIA | 22 agosto 2023, 08:00

Da gennaio stipendi a rischio taglio

Come ogni anno, sul finire dell’estate si inizia a parlare della Manovra

Da gennaio stipendi a rischio taglio

La possibile ulteriore perdita di capacità di spesa dei lavoratori con conseguente aumento della povertà rappresenta un rischio significativo. Purtroppo, sembra che tale questione non stia ricevendo l'attenzione che meriterebbe da parte della classe politica, indipendentemente dall'orientamento ideologico.

Ciò è ancor più preoccupante in quanto sembra che i temi politici dominanti siano spesso quelli che hanno scarso interesse per i cittadini. A partire da gennaio, c'è il serio rischio che gli stipendi subiscano tagli.

Il governo Meloni ha un limitato periodo di appena quattro mesi per elaborare la Legge di Bilancio, il cui fulcro ruota attorno al taglio del cuneo fiscale. Si cerca di rendere tale taglio il più strutturale possibile, ma per mantenere questa riforma alle condizioni attuali, si necessitano circa 15 miliardi di finanziamenti. Senza questi fondi, le buste paga del prossimo gennaio potrebbero subire una significativa diminuzione.

Mentre si avvicina la fine dell'estate, la discussione sulla Manovra entra nuovamente in primo piano. Il governo ha un lasso di tempo di circa 4 mesi per formulare la Legge di Bilancio del 2024 e trovare le risorse necessarie. Queste risorse sono legate alla crescita economica, all'andamento delle entrate statali e al costo del debito.È evidente che la prossima Manovra si focalizzerà principalmente sul taglio del cuneo fiscale, un obiettivo centrale per il governo Meloni, che desidera rendere questa misura quanto più strutturale possibile.

Nel corso del 2023, il governo ha già attuato un taglio progressivo, che ha raggiunto il 6-7% per i redditi fino a 35.000 euro, attraverso interventi legislativi e decreti.È cruciale notare che il governo sembra intenzionato a trovare una soluzione a questa sfida.

Tuttavia, sembra che l'attenzione sia rivolta a misure come il taglio delle accise sulla benzina, a discapito di risorse che potrebbero essere impiegate per il cuneo fiscale. Questo potrebbe comportare un costo notevole, ma l'esecutivo è deciso a perseguire ulteriori tagli al cuneo fiscale nella prossima Legge di Bilancio.

Si sta considerando un rinnovo ridimensionato del taglio del cuneo fiscale, con uno sconto del 5% sui redditi fino a 35.000 euro. Tuttavia, questa soluzione comporterebbe la perdita di circa un terzo dell'attuale beneficio per i lavoratori, pari a una riduzione di reddito compresa tra 15 e 35 euro, a seconda del livello di reddito.

Anche in questa forma ridotta, le risorse necessarie per attuare tale misura sarebbero significative, ammontando a circa otto miliardi di euro. In conclusione, il rischio di ulteriori perdite di capacità di spesa dei lavoratori e l'incremento della povertà costituiscono sfide importanti, che richiedono un'attenzione seria da parte della politica e un approccio equilibrato per garantire il benessere economico dei cittadini.

piero.minuzzo@gmail.com (ha collaborato cht)

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