"Non è la verità vera che io debbo rappresentare nel quadro, bensì la verità ideale". Così Giuseppe Pellizza da Volpedo si esprimeva in occasione del celebre quadro rappresentante "Il quarto stato" (1901), simbolo della questione operaia al tempo della rivoluzione industriale agli inizi del secolo scorso.
La storia del rapporto/scontro tra capitale e lavoro sviluppatosi nel tempo tra alti e bassi, vittorie e sconfitte, aspettative e delusioni della classe lavoratrice dipendente sembra arrivata ad un punto di svolta importante, che richiede però una profonda presa di coscienza delle parti in causa: datori di lavoro, lavoratori e istituzioni politiche. E' anche questo il senso della proposta di legge di iniziativa popolare con tanto di raccolta di firme varata dalla CISL nazionale.
Ma non va dimenticato che il problema se lo erano già posto i nostri padri costituenti nel 1948. Infatti, tra i tanti articoli della nostra carta costituzionale rimasti lettera morta ce n'è uno molto emblematico al riguardo ed è l'articolo 46 che recita testualmente: "Ai fini della evoluzione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica RICONOSCE IL DIRITTO DEI LAVORATORI A COLLABORARE, NEI MODI E NEI LIMITI STABILITI DALLA LEGGE, ALLA GESTIONE DELLE AZIENDE."
E' qui, credo, anche per dare attuazione al dettato costituzionale, che va cercata la base sulla quale poggia la lodevole iniziativa sindacale. Ma come? Gli obiettivi sono molteplici e prevedono in particolare:
1) promuovere l'ingresso dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione delle aziende;
2) regolare la compartecipazione dei lavoratori ai risultati dell'impresa;
3) coinvolgere i lavoratori nelle decisioni organizzative, aumentando la produttività e facendo crescere i salari;
4) consultare i lavoratori, prima e non dopo, per le decisioni più importanti per il futuro dell'azienda. Come dicevo prima, per realizzare questi obiettivi non sarà sufficiente la volontà delle parti in causa nei conflitti di lavoro, ma determinante sarà una precisa volontà politica.