Simone Torino di Pont-Saint-Martin è uno degli otto finalisti di Incipit Offresi.
Dopo 18 tappe in 4 regioni – Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lazio – si conclude l’ottava edizione del primo talent letterario itinerante mercoledì 14 giugno a La Tesoriera, in occasione dell’Evergreen Fest. L’ultima sfida a colpi di incipit sarà presentata da Neri Marcorè con la partecipazione degli attori di B-Teatro Comedy, Enzo Zammuto e Paolo Puleo, e le incursioni musicali di Mao.
Incipit Offresi è ideato e promosso da Fondazione ECM - Biblioteca Archimede di Settimo Torinese, in sinergia con Regione Piemonte. In 7 anni Incipit Offresi ha scoperto più di 60 nuovi autori, pubblicato 70 libri e coinvolto più di 10mila persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali. Incipit Offresi è un vero e proprio talent della scrittura, lo spazio dove tutti gli aspiranti scrittori possono presentare la propria idea di libro, incontrare e dialogare con gli editori coinvolti nelle varie fasi del progetto.
Gli 8 finalisti avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio incipit o raccontare il proprio libro. In una sfida uno contro uno, gli aspiranti scrittori saranno giudicati dal pubblico presente in sala. I concorrenti primo e secondo classificato riceveranno rispettivamente un premio in denaro di 1.500 e 600 euro; saranno inoltre messi in palio, fra tutti i partecipanti alla finale, il Premio Italo Calvino, Indice dei Libri del Mese, Golem, Leone verde e il Premio degli editori piemontesi.
I finalisti: Marcella Benedetto e Sabina Benevolo di Torino, Silvano Bertaina di Govone (CN), Emanuela Callai di Rapallo (GE), Rebecca Cellitti di Valmontone (RM), Francesca Luppino di Bruino, Beniamino Rosa di Padova, Simone Torino di Pont-Saint-Martin (AO).
L’INCIPIT DI SIMONE TORINO
Ho conosciuto Bestemmia e lo Zitto al bar. Avevo appuntamento con Magnifico. Ero arrivato e, al banco, che bevevano, c’erano due tizi. Magnifico non c’era. Uno dei due mi aveva chiamato: «Sei il nuovo di Magnifico?» «Magnifico?» Non sapevo ancora che lo chiamavano così. Mi avevano guardato. «Hai mai zappato?» aveva chiesto Bestemmia. «Sì.» «Vedere mani?» Avevo fatto vedere. «I guanti?» «Li ho.» Bestemmia si era presentato: «Bestemmia. Lui è lo Zitto.» Mi aveva invitato a vedere il suo orto, aveva detto dove abitava. Un saluto con la testa e se n’erano andati. Tornato a casa avevo fatto la lavatrice, steso le lenzuola ed ero andato da Bestemmia. Lui era già lì. L’orto, un rettangolone dentro a un recinto. Mi aveva invitato ad entrare. Mentre giravamo spiegava cos’era questo, cosa quello, quando seminare, come pulire. Io volevo fare il saputo, avevo indicato i ciuffi gonfi, verdi. «Belle carote!» avevo detto. Lui mi aveva guardato: «È prezzemolo.» Mi ero messo le mani in tasca.