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CULTURA | 06 marzo 2023, 21:37

Il Cardinal Zuppi (presidente della Cei): "Chi non ha casa va accolto"

Dopo il naufragio dei migranti, il Consiglio dei ministri è stato convocato a Cutro per giovedì 9 marzo

Cardinale Zuppi

Cardinale Zuppi

"L'accoglienza è l'unico messaggio possibile. Chi non ha casa, va accolto". Lo ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. "Dobbiamo metterci sempre nei panni degli altri - ha continuato in un'intervista l'alto prelato -. Chi ha perduto tutto e deve scappare, deve trovare accoglienza. Non ci sono alternative. Quello all'emigrazione era un diritto garantito per tutti gli uomini, prima che sorgessero muri e nascessero paure. Tanto più per chi scappa da guerra, violenza o fame. Mettere in contrapposizione questo con il nostro futuro, significa non volere il futuro. L'accoglienza apre al futuro, la chiusura fa perdere anche il presente".

Il presidente della Cei in un'intervista parla anche della guerra in Ucraina: "Non dobbiamo mai rinunciare alla ricerca della pace". L'accoglienza è l'unico messaggio possibile. Chi non ha casa, va accolto. Dobbiamo metterci sempre nei panni degli altri. Chi ha perduto tutto e deve scappare, deve trovare accoglienza. Non ci sono alternative”: il presidente della Cei, cardinale Matteo Maria Zuppi, non usa le mezze misure, entrando in pieno nel dibattito politico di questi giorni sul tema migranti.

“Quello all'emigrazione era un diritto garantito per tutti gli uomini, prima che sorgessero muri e nascessero paure. Tanto più per chi scappa da guerra, violenza o fame. Mettere in contrapposizione questo con il nostro futuro, significa non volere il futuro. L'accoglienza apre al futuro, la chiusura fa perdere anche il presente” ha aggiunto Zuppi.

Il presidente della Conferenza episcopale italiana è intervenuto alla presentazione dell'iniziativa per la cooperazione e la solidarietà internazionale che chiede di destinare lo 0,70% del Reddito nazionale lordo a sostegno dello sviluppo. Di fronte alle guerre in corso, alla tragedia del terremoto, alla morte di tanti bambini in mezzo al mare bisogna aprire gli occhi, afferma, e sapere che "non se ne esce da soli, ognuno deve dare il proprio contributo"

“Rilanciare e mantenere l’impegno per destinare lo 0,70% del Reddito nazionale lordo alla solidarietà internazionale non è un’elemosina, ma un’azione di pace da compiere insieme - con gli Organismi Internazionali, tenendo conto dei tanti missionari presenti in tutto il mondo - e attraverso interventi che possano aiutare le persone a partire e a restare". Lo ha affermato il cardinale. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, intervenendo sabato 4 marzo, a Bologna, al Seminario “Si deve. Si può” per la promozione della “Campagna 070” che chiede, appunto, di destinare, entro il 2030, lo 0,70% del Reddito nazionale lordo a sostegno delle attività di cooperazione e solidarietà internazionale. "Bisogna passare dalle enunciazioni agli impegni precisi, a progetti di cooperazione internazionale che sostengano lo sviluppo - ha detto ancora -. Perché se non c’è sviluppo non c’è pace e non c’è giustizia”. 

Lavorare per lo sviluppo è lavorare per il bene di tutti

L’incontro di Bologna è stato organizzato dal Centro missionario diocesano in collaborazione con la Campagna070 e il Progetto Generazione Cooperazione. All’evento hanno preso parte anche alcuni rappresentanti istituzionali e di organismi pastorali della Conferenza episcopale italiana. “Siamo uguali e fratelli: lavorare per lo sviluppo - ha spiegato il cardinale- significa porre le basi per il benessere di tutti; pensare agli altri e all’Africa, in particolare, funziona. In questo senso, il PNRR può essere una grande occasione. Così come il Piano per l’Africa, di cui si si parla proprio in questi giorni, a patto che non sia contingente ma abbia una visione a 360°”.

Dobbiamo impegnarci tutti per la giustizia nel mondo

“Il tempo della Quaresima – ha sottolineato il presidente della Cei – ci invita a uscire dal mondo dei sogni e a entrare nella realtà. Spesso abbiamo una visione deformata e pensiamo che tutto andrà bene, ma non è così. C’è la guerra, con il rischio di un conflitto nucleare dagli effetti incalcolabili e che facciamo ancora fatica a comprendere, ci sono le tante vittime delle guerre nel mondo, del terremoto, e muoiono ancora molti bambini in mezzo al mare. Non se ne esce da soli, siamo sulla stessa barca, come ci ricorda Papa Francesco, e per questo dobbiamo operare tutti per la pace, la giustizia, lo sviluppo. Ognuno può e deve dare il proprio contributo per cambiare il mondo”.

 

 

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