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Autonomie VdA | 23 dicembre 2022, 08:00

BUON NATALE, IN ATTESA DI TEMPI MIGLIORI

I valori di un tempo, quelli della tradizione, sono coriandoli di un carnevale precipitato nella corrida dell’ultima cena

BUON NATALE, IN ATTESA DI TEMPI MIGLIORI

Mentre il rito del Natale si spinge nella tradizionale recita degli auguri e delle feste, l’Italia attende attonita che cambi qualche cosa. Tutto è fermo, i problemi languono insieme alle soluzioni e non c’è Governo in grado di andare oltre la fine del conformismo e del compromesso. Le leggi servono appunto a questo: a fissare i tempi ed i modi di nuove inutili attese. La guardia è alta, la fretta è molta, la tempesta è in arrivo e prima o poi bisognerà fare i conti e misurarsi con l’interesse comune.

Stiamo andando a sbattere contro le fessure del tempo che passa, ma non possiamo cambiare percorso perché siamo rimasti indietro. Il voto è come una cambiale e chi prevale assume il potere a proprio uso e consumo: del resto, basta un po’ di propaganda per catturare il consenso.

I valori di un tempo, quelli della tradizione, sono coriandoli di un carnevale precipitato nella corrida dell’ultima cena. V’è ben poco tempo per passare dallo stupore alla comunicazione: tutto è così prevedibile che la vera sorpresa è il tempo che ci vuole per voltare pagina. Viene spontaneo chiedersi se serve ancora andare alle urne, visto che poi non succede niente.

Niente di niente: ecco il risultato di una democrazia malata e consumata da un potere dove cresce la corruzione in Europa e nel mondo. Altro che dare lezioni di civiltà, altro che esportare il modello della spesa senza fare nuovo debito. Siamo al punto che si sente persino parlare di debito buono, come se la discesa agli inferi della spesa pubblica fosse più pratica che libera dai vincoli del buon senso.

Quindi, non v’è nulla di nuovo nel panorama delle decisioni che si impongono, ben sapendo che il tunnel presenta troppe aperture verso il precipizio di inutili speranze. Allora, non resta che andare avanti, credere comunque nella democrazia, mangiare anche il tempo come se fosse l’unico companatico in questo pasto disordinato e confuso.

Poi, verrà l’anno nuovo a caricare di pesi il destino dei popoli sommersi dalle loro stesse abitudini. L’Italia non sarà da meno, sempre a rimorchio di una guerra che non ci appartiene e di mode mondiali prese in prestito per mancanza di idee. Sullo sfondo, un debito pubblico da primato che è anche la cartina di tornasole degli errori passati.

L’interesse nazionale, la voglia di esserci e lo stesso cambiamento fanno parte di un altro registro e di una biblioteca priva di veri scaffali. Va bene, comunque va bene: buon Natale a tutti, anche a quelli che non ci sono. Alla fine, l’Italia ce la farà e questa non è una trascurabile certezza.

Così, possiamo coltivare la speranza in tempi migliori. gianfrancofisanotti@gmail.com;

gianfrancofisanotti@gmail.com

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