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Autonomie VdA | 22 ottobre 2022, 10:30

OGNI TEMPO STRINGE A SE LA VERITA’ CHE CONTA, QUELLA DELLA STORIA

La verità accompagna da sempre la storia dell’Uomo ed è partendo da essa che è possibile progettare ogni ulteriore passo verso il destino comune

OGNI TEMPO STRINGE A SE LA VERITA’ CHE CONTA, QUELLA DELLA STORIA

Quando Martin Heidegger, nelle “Riflessioni XII - XV” raccolte sui Quaderni neri 1939-41 scrive: “Con il carico del pensiero di due millenni e mezzo sulle spalle – pensare nell’aperto” non afferma solo che “noi restiamo ovunque solo nel preludio dell’inizio”, ma ci invita a rimanere nella essenza della verità per poi prendere decisioni basate sulla certezza di “un vero”.

La verità accompagna da sempre la storia dell’Uomo ed è partendo da essa che è possibile progettare ogni ulteriore passo verso il destino comune. Anche il destino non è qualche cosa di ipotetico o di azzardato, bensì è il frutto di ogni reale accadimento precedente.

Del resto, senza scomodare Heidegger o Hölderin (“per via di poche cose / sorda come la neve era / la campana con cui / si suona per la cena”) basta restare nella maieutica socratica dove l’ironia e la verità sospingono ogni dubbio sulla natura degli eventi. Se la neve di Hölderin era sorda come la campana, che cosa possiamo pretendere da chi non può fare a meno del rumore delle armi per imboccare la via di una sanguinosa rivincita o di una miserabile vittoria?.

Nel terzo millennio, con le armi a disposizione, nessuno vince, nessuno perde e solo il silenzio delle bombe può restituire al mondo una pace vittoriosa. Dice bene ancora Heidegger: “Noi abbiamo bisogno di qualcosa di essenzialmente altro e di qualcosa di più di un eroismo per sostenere ciò che la legge dell’Essere richiede”.

Ormai, i campi di battaglia hanno parlato fin troppo lasciando a terra donne, uomini, fanciulli ed inutili armi. Se per Heidegger il “realismo eroico” è davvero “una fuga nel reale” , allora solo la purezza del pensiero illuminato dalla pace può trascinare questa guerra oltre l’odio verso un futuro migliore. La gente sente che la guerra non serve, anche perché sin dall’inizio essa ha ignorato la verità di popolazioni calpestate nel loro diritto di minoranze linguistiche da troppo tempo trascinate nel vortice del nazionalismo.

Bisogna, dunque, tornare ai valori della verità che da soli giustificano l’aspirazione dei popoli alla loro identità storica, culturale e sociale quindi foriera e custode di usi e di costumi consacrati dal tempo. Tutti i fatti accaduti in oltre tremila anni di storia e quelli che verranno sono solo conseguenze e “ponti” dell’uno verso l’altro e non bisogna fare inutili prestiti alla violenza inaudita sui deboli indifesi, perché ogni tempo stringe a sé la verità che conta, quella della Storia.

gianfrancofisanotti@gmail.com

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